Per la Procura di Napoli avrebbe avuto il ruolo di organizzatore, provvedendo alla distribuzione delle mesate tra gli affiliati è mantenendo i rapporti con i custodi ed i pusher dello stupefacente per conto degli Amato-Pagano. Eppure, nonostante una richiesta di condanna a 16 anni di carcere, da qualche giorno Raffaele Marrone, 32enne di Mugnano facente parte dell’ultima scia di irriducibili degli Amato-Pagano, è finito ai domiciliari. Fondamentali le argomentazioni sollevate dal suo legale, l’avvocato Rocco Maria Spina, che ha convinto il gip del tribunale di Napoli a disporre la sua scarcerazione a causa dell’attenuazione delle esigenze cautelari.
Marrone fu arrestato nell’ultimo blitz eseguito contro 33 persone nel novembre scorso: gli inquirenti hanno ricostruito i ruoli degli indagati coinvolti nell’operazione dei carabinieri. Antonio Pompilio avrebbe avuto il ruolo di capo promotore e finanziatore degli acquisti dei grossi quantitativi di stupefacente importati e rivenduti dall’organizzazione nell’area partenopea.