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venerdì, Aprile 19, 2024
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Due baby ras alla conquista di Miano, i ‘cattivi ragazzi’ che sognano Gomorra

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Sono stati fermati insieme qualche mese fa: nessun addebito nei loro confronti ma la dimostrazione concreta che da tempo sono sotto la lente degli investigatori che conoscono dinamiche e assetti della periferia nord. Sono i due giovani presunti ras che avrebbero messo nel mirino (il condizionale è d’obbligo) la conquista di Miano, gli stessi indicati come ‘eredi’ di quel che resta dei sottogruppi nati dalla deflagrazione del clan Lo Russo. Gli stessi che sarebbero responsabili della scritte anti-capitoni (‘Ztl Lo Russo’) che da settimane campeggiano sui muri della Miano vecchia.

Episodi facenti parte di un complesso mosaico investigativo iniziato a comporsi dopo il duplice omicidio Palumbo-Mele del febbraio scorso. Biagio Palumbo e Antonio Mele si erano messi contro i giovani della nuova formazione che sta spadroneggiando nella parte bassa di Miano e che, stando alle ultime informative, potrebbero essersi legati al nuovo corso del clan Lo Russo riunito sotto la figura di Giuseppe e Domenico Lo Russo che avrebbero così ‘rotto’ con il resto della famiglia. Nessuna accusa per omicidio ma l’analisi di ciò che stava e sta accadendo nell’area nord, Sarebbe questo il risultato delle prime risultanze investigative effettuate nelle settimane successive all’agguato della II traversa di via Janfolla. Giovani leve pronte a tutto riunitesi attorno ad un manipolo di giovanissimi un tempo legati a Valerio Nappello e ora, forse, in autonomia da quello che un tempo fu il braccio destro di Antonio Lo Russo. E’ questo l’identikit del nuovo gruppo Balzano-Cifrone-Scarpellini: non uno scioglilingua ma il nome con cui viene indicato il sottogruppo. C’è una traccia a queste ipotesi: alcuni giorni prima dell’agguato due membri di questo gruppo sono stati segnalati insieme. Un dato inedito per gli investigatori profondi conoscitori delle dinamiche di Miano visto che, tempo prima, questi giovani ras erano indicati su fronti opposti. E invece il comune odio verso la ‘vecchia guardia’ dei capitoni potrebbe essere l’elemento che ha agito da collante.

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E’ questa dunque l’ipotesi che gli investigatori stanno seguendo per cercare di identificare i responsabili della mattanza di Miano che segna una nuova fase della guerra di camorra che si combatte nella periferia nord di Napoli. La dinamica poi è stata simile a quella utilizzata un anno fa per il duplice omicidio dei due Nappello: un’esecuzione firmata con la complicità di chi conosceva a menadito i movimenti del ‘pavone’ e di suo nipote. Troppi i gruppi interessati a fare fuori la neonata formazione: a cominciare dai giovani ras delle palazzine di via Janfolla per finire ai Licciardi che erano entrati in contrasto con il gruppo dei ‘pavoni’ quando quest’ultimi, alcuni mesi prima, avevano addirittura sparato nella Masseria Cardone dopo un contrasto relativo ai cavalli di ritorno. Una ‘comunanza di interessi’ che rende il quadro investigativo ancora più complesso.

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