«L’aumento determina, infatti, per le compagnie aeree, una minore sostenibilità economica dei voli, che quindi verrebbero ridotti in termini di numero e frequenze, con un conseguente impatto recessivo sul turismo e l’economia della città di Napoli e della Regione Campania nel suo complesso», si legge in una nota diffusa dalla società che gestisce lo scalo, e avvisa: «È importante sottolineare che l’incremento della tassa aeroportuale d’imbarco è solo indirettamente un danno per la Gesac: lo è invece direttamente per la città e per i cittadini». Si profila una flessione del traffico: «Provocherà danni immediati al turismo e, in prospettiva ravvicinata, allo sviluppo della città ed all’occupazione diretta edindiretta collegata all’aeroporto, oltre che per i cittadini napoletani che, partendo dal loro aeroporto, pagheranno tariffe più alte».
Dichiarazione Assessore Baretta su tassa imbarco aeroportuale
“L’istituzione della tassa di imbarco di 2 euro a passeggero a favore del Comune di Napoli fa parte, assieme all’aumento dell’Addizionale Irpef, degli impegni assunti col governo in occasione della stipula del patto per Napoli, che prevede la erogazione da parte dello Stato di circa 1,3 milioni di euro con i quali si è potuto evitare il dissesto. Restano tuttavia rilevanti le difficoltà del bilancio comunale. La delibera di giunta, adottata ieri, è tecnicamente necessaria per poter iscrivere il provvedimento all’odg del prossimo Consiglio comunale che si terrà il giorno 28 dicembre, ultima data utile per deliberare. Non si tratta, quindi, di nessuna interruzione di dialogo. Infatti, il Comune, su sollecitazione di Gesac, ha dichiarato nei giorni scorsi la propria disponibilità ad una interlocuzione col governo al fine di ridurre le eventuali conseguenze che tale provvedimento – necessario dal punto di vista del bilancio è obbligato dalla stipula del patto – potrebbe comportare nella economia della città. A tal fine si ritiene necessaria una politica nazionale omogenea (proprio in queste ore il Comune di Venezia ha incrementato la tassa aeroportuale di ben 2,5 euro!) e, nelle more, la copertura dei mancati introiti che un diverso approccio al tema determinerebbe, non sostenibili dal bilancio comunale”.