La confessione l’aveva già messa a verbale nei mesi scorsi, ma oggi, 13 novembre, Antonio Pipolo l’ha ripetuta in aula: “Ho ucciso un innocente, chiedo perdono”. Si tratta dell’ex killer del clan De Micco di Ponticelli che ora è collaboratore di giustizia.
Pipolo si riferisce è Antimo Imperatore, ucciso assieme a Carlo Esposito il 20 luglio 2022 a Ponticelli, nel pieno della faida. Quella mattina Imperatore, di 56 anni, stava montando una zanzariera in casa del 29enne Esposito. Pipolo uccise il suo obiettivo, Esposito, ma per non lasciare testimoni sparò anche a Imperatore. Il processo si sta svolgendo davanti alla III Corte d’Assise.
«Volevano uccidermi, la mia morte decisa da quattro clan», parla il pentito che fa tremare Ponticelli
«Faccio parte del clan De Micco, e ho saputo che c’era stato un summit tra i De Micco, i De Martino, i Mazzarella e i De Luca Bossa nel corso del quale hanno deciso di uccidermi perché ritenevano che io fossi quello più debole, nel senso che in caso di arresto avrei potuto collaborare con la giustizia».
Sono queste le prime, esplosive dichiarazioni, di Antonio Pipolo, da qualche mese collaboratore di giustizia e colui che con le sue dichiarazioni ha di fatto messo a nudo tutti i misfatti della camorra di Ponticelli a partire dalle ultime ordinanze eseguite la scorsa notte dai carabinieri nei confronti di sei indagati appartenenti ai De Luca Bossa, tra cui Christian Marfella indicato come il reggente del gruppo del lotto 0 (leggi qui l’articolo). Pipolo, è ritenuto dagli inquirenti legato al clan De Micco-De Martino, lo stesso di cui faceva parte Carlo Esposito, ucciso dal giovane reo confesso lo scorso luglio in un “basso” insieme con l’operaio Antimo Imperatore che stava eseguendo dei lavori in quell’abitazione. Pipolo, con le sue dichiarazioni, ha permesso agli inquirenti di ricostruire la strategia ‘stragista’ di Marfella e di altri cinque indagati che rispondono, a vario titolo, di detenzione illegale di armi ed esplosivi, detenzione di stupefacenti e ricettazione, fatti tutti aggravati dalla finalità di agevolare le attività del clan De Luca Bossa.

