PUBBLICITÀ
HomeCronacaEmergenza caldo, numeri choc: in Italia 500 decessi in dieci giorni

Emergenza caldo, numeri choc: in Italia 500 decessi in dieci giorni

PUBBLICITÀ

Giugno 2025 è stato il mese più caldo mai registrato nell’Europa occidentale, secondo quanto riportato dal servizio europeo Copernicus. Le temperature sono state definite “estreme”, con due picchi anomali già nelle prime settimane del mese. A livello globale, si è trattato del terzo giugno più caldo di sempre, ma è in Europa – e in particolare in Italia – che il caldo ha avuto gli effetti più devastanti.

Un recente studio dell’Imperial College London, condotto insieme alla London School of Hygiene & Tropical Medicine, ha rilevato che il cambiamento climatico di origine antropica ha avuto un impatto diretto su almeno 1.500 decessi legati al caldo in dodici grandi città europee. Oltre 500 di questi sono avvenuti in Italia, con Milano e Roma tra le città più colpite.

PUBBLICITÀ

Italia, oltre 500 morti per il caldo estremo

L’ondata di calore che ha investito l’Italia tra il 23 giugno e il 2 luglio ha fatto schizzare le temperature oltre i 40 gradi in molte aree del Paese. Secondo i ricercatori, circa 1.500 dei 2.300 decessi da caldo stimati in Europa – pari al 65% del totale – sarebbero direttamente attribuibili al cambiamento climatico causato dall’uomo. Questo significa che l’impatto della combustione di combustibili fossili ha triplicato il bilancio delle vittime.

In Italia, Milano ha registrato il numero più alto di morti collegate al riscaldamento globale, con 317 decessi, seguita da Roma con 164 vittime. Anche Sassari, seppur con numeri più contenuti, ha riportato sei decessi legati all’ondata di caldo.

I dati impressionano, soprattutto se confrontati con altri disastri naturali recenti: le vittime del caldo estremo hanno superato quelle delle alluvioni di Valencia del 2024 e di quelle che colpirono il nord-ovest dell’Europa nel 2021.

Le persone più colpite restano gli over 65, che rappresentano l’88% dei decessi legati al cambiamento climatico. Tuttavia, anche gli adulti in età lavorativa non sono stati risparmiati: lo studio stima 183 morti tra i 20 e i 64 anni in tutta Europa. Un dato che smentisce l’idea che il caldo uccida solo i più fragili.

Il killer silenzioso

Il caldo uccide, ma spesso lo fa nell’ombra. La maggior parte delle vittime perde la vita tra le mura di casa o in ospedale, senza rumore, senza immagini scioccanti, senza sirene. Ed è proprio questa invisibilità a renderlo tanto pericoloso.

Gli scienziati avvertono che anche lievi aumenti della temperatura possono provocare drammatici picchi di mortalità, soprattutto tra chi soffre di patologie croniche o respiratorie. Il cambiamento climatico ha aggravato la situazione: l’ondata di calore di giugno 2025 è stata più intensa di 1 fino a 4 gradi rispetto a quanto sarebbe accaduto in un mondo non influenzato dalle attività umane. Combustibili fossili e deforestazione sono tra le principali cause di questo surriscaldamento.

Oggi, eventi estremi come quello di giugno non sono più eccezioni: in Italia possono ripetersi ogni due o tre estati. Nonostante l’introduzione di piani di emergenza contro il caldo, non basta più.

Serve un cambio di passo: più verde urbano, edifici meglio ventilati, centri di raffreddamento accessibili e reti di assistenza per anziani e persone vulnerabili. Non si tratta di semplici misure preventive, ma di interventi urgenti per salvare vite e affrontare un futuro sempre più caldo.

La crisi sanitaria del caldo

Il caldo non è più soltanto una questione ambientale: è diventato a tutti gli effetti una crisi sanitaria. In un Paese come l’Italia, caratterizzato da città densamente abitate e estati sempre più roventi, il rischio è tra i più alti in Europa.

Lo studio condotto dall’Imperial College London rappresenta una novità assoluta: per la prima volta, è stato possibile quantificare con precisione, in tempo reale, il numero di decessi attribuibili a un singolo episodio di caldo estremo legato al cambiamento climatico.

I dati parlano chiaro: senza una drastica riduzione delle emissioni e senza interventi strutturali, le morti per caldo sono destinate ad aumentare. Come ha sottolineato il ricercatore Garyfallos Konstantinoudis, bastano pochi decimi di grado in più per trasformare una giornata afosa in una tragedia che colpisce migliaia di persone.

Emergenza caldo anche in Europa: Parigi chiude la cima della Torre Eiffel

Il recente picco di calore, definito “d’intensità escoriante”, non ha risparmiato nemmeno le metropoli europee. A Parigi, dove Meteo‑France ha dichiarato lo stato di allerta rosso a fine giugno, la cima della Torre Eiffel è stata temporaneamente chiusa ai visitatori tra il 30 giugno e il 2 luglio a causa delle temperature che sfioravano i 41 °C. In tutta la Francia sono state sospese lezioni in oltre 1.300 scuole, si sono attivati parchi aperti anche di notte per offrire refrigerio, e si è vietato il lavoro nei campi dalle 14 alle 18 .

La crisi non riguarda solo la Francia: in Germania e nel Regno Unito si registrano temperature record (fino a 40 °C in Germania, 33 °C a Londra), con avvisi per gli anziani e limitazioni per lavori all’aperto . In Spagna, Barcellona ha vissuto il giugno più caldo in oltre un secolo (fino a 37,9 °C), e vaste aree dell’Iberia sono soggette a incendi e allerte rosse.

Queste misure emergenziali — chiusure, allerte, spazi aperti di notte, divieti di lavoro all’aperto — testimoniano la gravità con cui anche le città europee sono ormai costrette a reagire a nuovi record di caldo, sotto la spinta del cambiamento climatico.

PUBBLICITÀ