E’ stata trovato anche il corpo dell’ultima persona data per dispersa nell’esplosione del deposito Eni a Calenzano. Le vittime salgono così a 5.
Questa mattina c’è stato un sopralluogo nel sito Eni di Calenzano da parte di due periti della procura incaricati di redigere. Hanno spiegato ai cronisti che li attendevano all’uscita dallo stabilimento, “una perizia sugli esplosivi”, dopo l’incidente avvenuto ieri.
Trovato anche il corpo dell’ultimo disperso, i morti della strage di Calenzano salgono a cinque
Nell’aria c’è ancora l’odore acre del fumo, chi era presente ha impresse nella mente scene che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Distruzione, morte, il dolore dei parenti delle vittime e dei dispersi. Calenzano, comune in provincia di Firenze, è sotto choc dopo l’esplosione di ieri, 9 dicembre, al deposito Eni. Il bilancio è cambiato col passare delle ore. Dalle due vittime accertate nell’immediatezza dei fatti, si è passati nella mattinata di oggi – 10 dicembre – a cinque morti e 26 feriti.
Quella di Calenzano rischia di essere ricordata come la strage degli autotrasportatori. Questo era il lavoro dei lavoratori coinvolti. Sulla vicenda la procura di Prato ha aperto un’inchiesta “per appurare eventuali responsabilità” e alcuni testimoni che erano sul posto vengono ascoltati in queste ore.
Esplosione nella raffineria Eni a Calenzano, chi sono le cinque vittime
Il primo corpo a essere recuperato e identificato è stato quello di Vincenzo Martinelli, 51 anni. Era residente a Prato, ma era originario di Napoli. Aveva due figlie ed era autista di autocisterne. Esattamente come gli altri lavoratori coinvolti. La potenza dell’esplosione è stata tale da dilaniare i corpi. Anche il riconoscimento presenta non poche difficoltà.
Gli altri lavoratori coinvolti sono Carmelo Corso, 57enne catanese ma anche lui residente a Prato; Franco Cirelli, 45enne di Matera; Gerardo Pepe, anche lui 45enne, italiano ma nato in Germania, e Davide Baronti, novarese di 49 anni. La loro identificazione ufficiale ci sarà solo con l’esame del dna.