Un’esplosione è avvenuta nella raffineria Eni di Calenzano, alle porte di Firenze. L’incidente ha provocato almeno due morti e per ora 9 persone risultano ferite, alcune ustionate. Altre tre sono disperse, probabilmente nel crollo di una palazzina del deposito.
Tra le persone ricoverate, in sei sono stati portati all’ospedale Careggi tra cui quattro in codice verde, uno giallo e uno rosso. Altri sono al centro grandi ustionati di Pisa e nell’ospedale di Prato. Due degli operai coinvolti sono “molto gravi”. Le fiamme e la colonna di fumo sono state visibili anche dai comuni vicini, fino a quando l’incendio non è stato domato, e il boato è stato avvertito anche in centri distanti dalla piana fiorentina, perfino in altre province. Per diverse ore è stata chiusa l’uscita dell’autostrada A1 e sono stati fermati i treni. L’esplosione ha provocato la rottura dei vetri di abitazioni e industrie nelle vicinanze.
Esplosione nella raffineria Eni di Calenzano, la ricostruzione
L’incidente è avvenuto attorno alle 10.20 in un’area definita “punto di carico”, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante: più di un mezzo è stato distrutto dalle fiamme, come anche la pensilina della struttura. Eni ha spiegato che le fiamme non interessano i serbatoi. Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica. I dispersi, come spiegato dalla Protezione civile, potrebbero essere stati travolti dal crollo di una palazzina adibita a stazione di rifornimento.
Alcuni operai delle ditte vicine hanno spiegato di aver “udito un’esplosione enorme, tutti i vetri sono andati in frantumi e le scaffalature sono cadute per terra”. A quel punto, dice un testimone: “Siamo usciti fuori terrorizzati per proteggerci e capire che cosa era successo. Qualcuno ha pensato che avessero gettato una bomba, come in guerra”. Un corriere di una ditta di trasporti che ha sede vicino al deposito di Eni ha ricostruito: “Il mio furgone si è alzato di due metri da terra e per il boato ora sento poco”.
Tra i dispersi anche un operaio di Napoli
Due corpi sono stati trovati ma non ancora identificati e all’appello mancano tre uomini. In queste ore le forze dell’ordine stanno provando a entrare nella zona dove è avvenuta l’esplosione ma non è ancora così semplice.
Nella lista dei 5 operai che mancano all’appello ci sono un operaio originario della Sicilia, uno del Piemonte, uno della Germania, uno della Campania e infine un operaio originario della Basilicata. Sono tutti operai che stavano guidando le autocisterne.
In particolar modo c’è il nominativo di un operaio originario di Catania di 57 anni, di un operaio originario di Napoli di 62 anni, un operaio originario della provincia di Novara di 49 anni, un operaio nato in Germania ma dalle origini italiane di 45 anni e infine un operaio nato a Matera di 45 anni.