Assolto dall’accusa di aver imposto un’estorsione ad un gioielliere di Ercolano. Questa la decisione presa ieri mattina per Mario Ascione, 37enne figlio del boss di Ercolano. Fondamentale si è rivelata la linea difensiva seguita dal suo avvocato, il penalista Giuseppe Perfetto, che ha dimostrato che Ascione junior, che all’epoca dei fatti era minorenne, non aveva mai preso parte alla richiesta estorsiva al gioielliere Stizzo. L’avvocato Perfetto in sintesi ha dimostrato che nel periodo compreso tra il 2004 al 2006, periodo in cui Ascione non aveva compiuto 18 anni il racket al gioielliere non l’avrebbe visto protagonista. Il tribunale dei Minorenni, considerato questo granitico quadro difensivo, ha deciso così di assolvere il capoclan che rischiava di finire nuovamente in carcere.
La parabola giudiziaria di Ascione junior inizia il 24 aprile 2008, con l’arresto per associazione di stampo mafioso e la successiva condanna in via definitiva. Durante la sua detenzione è stato anche colpito da numerose ulteriori misure cautelari, tra le quali quella per il reato di estorsione aggravata. Il 30 aprile 2020, dopo la scarcerazione dal penitenziario di Milano Opera, dove era detenuto in regime di carcere duro 41 bis, è stato condannato in primo grado dal Tribunale Collegiale di Napoli a 18 anni di reclusione per il reato di tentato omicidio aggravato, commesso il 23 aprile 2008 ai danni di un affiliato del clan rivale Birra, reato per il quale era imputato in stato di libertà. Condanna poi confermata in secondo grado. A rovesciare la situazione ci aveva pensato la Corte di Cassazione che aveva annullato la condanna rispondendo la celebrazione di un nuovo processo d’appello grazie alle argomentazioni dei suoi legali, Giuseppe Perfetto e Dario Russo.