Antonio Amato, vigile urbano classe ’58 di Villaricca, era imputato per associazione a delinquere, corruzione ed una serie di falsi ideologici in un’ampia indagine che aveva portato allo smantellamento di un gruppo di persone che, secondo l’accusa, aiutava cittadini brasiliani facoltosi ad ottenere la residenza in Italia e poi il passaporto europeo.
Difeso di fiducia dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli Nord gli ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, rimettendolo in libertà senza alcun vincolo.
Era giunto a sentenza il processo, celebratosi con rito abbreviato, a carico di dipendenti del comune di Villaricca, di un vigile urbano e di due cittadini brasiliani, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e falso in atto pubblico. Secondo l’accusa, in concorso tra loro provvedevano ad alterare il regolare svolgimento delle procedure di legge per il riconoscimento della residenza nel comune di Villaricca il tutto volto all’ottenimento, da parte di persone che non ne avevano diritto, della cittadinanza italiana. La brasiliana Silmara Fabotti è stata condannata a 4 anni e 2 mesi (la richiesta del pubblico ministero era stata di anni 5 mesi 10 di reclusione) e il suo connazionale Flavio Alan Yogui condannato a 2 anni e 10 mesi (la richiesta era di 3 anni e 4 mesi, con la concessione delle attenuanti generiche grazie alla collaborazione fornita).
Per quanto riguarda gli italiani, Alessio De Rosa è stato condannato a 4 anni e 2 mesi (il pm aveva chiesto 5 anni e 6 mesi); Alessandro Di Vivo è stato condannato a 4 anni e 2 mesi (il pm aveva chiesto 5 anni e 4 mesi), Antonio Amato è stato assolto dall’accusa di corruzione “per non aver commesso il fatto” e condannato ad 2 anni e 8 mesi di reclusione (erano stati chiesti per lui 4 anni e 10 mesi), Antonio Opera è stato condannato ad 1 anno e 4 mesi con pena sospesa (assolto dal reato di corruzione, il pm aveva chiesto per lui 5 anni di reclusione.

