Un dolore rivissuto che si collega, inevitabilmente, a quello che attraverso dal 5 settembre 2014, quando Davide è morto in modo tragico, i cuori della famiglia del 16enne raggiunto da un colpo di pistola partito in maniera accidentale dalla pistola d’ordinanza del carabiniere Gianni Macchiarolo. I Bifolco piangono ora Tommaso, il fratello del 16enne ucciso dopo essere stato fermato da un posto blocco al Rione Traiano. Il 36enne è deceduto quest’oggi a causa di un infarto. Ad InterNapoli.it lo zio, Gianluca Muro, si fa portavoce del dramma dei familiari. «Da quando Davide non c’è più, Tommaso ha avuto progressivamente una trasformazione, anche fisica, in negativo». Muro ricorda: «Già in passato aveva avuto problemi di salute. Purtroppo queste sono le conseguenze di quanto la nostra famiglia ha vissuto, di quello che è successo e anche di quello che è stato detto su di noi. L’indignazione di tutti noi non si placa e l’accaduto ha influito molto sul fratello Tommaso che aveva combattuto per ridare onorabilità ai Bifolco e noi vogliamo ricordarlo perché sono state dette e scritte tante cose sia su Davide che sui suoi parenti».
Già quando c’è stata la sentenza di Appello al Tribunale di Napoli che ha ridotto da 4 anni e 4 mesi a 2 anni di pena sospesa la condanna al carabiniere Gianni Macchiarolo, aggiunge lo zio, «Tommaso non aveva retto ed era tornato a casa prima ancora del pronunciamento del giudice. Oramai mangiava e dormiva poco. La sofferenza in questi anni è stata indicibile. Ecco perché vorremmo, come è successo con quelli che sono ritenuti i responsabili della morte di Stefano Cucchi, un’assunzione di responsabilità su quanto successo 4 anni fa. I genitori di Davide e Tommaso ora sono rimasti soli, è davvero dura. Spero che queste mie parole servano a smuovere le coscienze, al di là del fattore giudiziario» conclude Gianluca Muro.
