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domenica, Aprile 28, 2024
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Favorirono un pestaggio nel carcere di Avellino, arrestati 3 agenti penitenziari

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Tre agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Avellino sono stati arrestati con l’accusa di aver favorito il pestaggio di un detenuto da parte di altri reclusi. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stato firmata dal Gip del tribunale di Avellino su richiesta della procura. I fatti contestati agli agenti, tutti con il grado di assistente, risalgono ad alcuni mesi fa.

Dunque avrebbero consentito l’ingresso in una sezione di un gruppo di detenuti, reclusi in altra sezione, che avrebbero così portato a termine l’azione punitiva. Resta ancora da chiarire il movente che ha scatenato la violenta aggressione, le cui dinamiche sono emerse nell’ambito di accertamenti di più ampio respiro che la Procura di Avellino ha avviato con riferimento alla struttura carceraria irpina.

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Pestaggio detenuto, domiciliari per 6 agenti penitenziaria

Sei agenti della polizia penitenziaria in servizio a Reggio Calabria sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm Sara Perazzan.

Tortura e lesioni personali aggravate ai danni di un detenuto dell’istituto penitenziario “Panzera” sono le accuse contestate ai sei agenti finiti agli arresti domiciliari.

Tra questi c’è anche il comandante della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Reggio Calabria. Per altri due indagati, il gip ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio.

“Conducevano illegittimamente il detenuto in una cella di isolamento, senza alcuna preventiva decisione del Consiglio di disciplina ovvero senza alcuna previa decisione adottata in via cautelare dal Direttore, serbando gratuite condotte di violenza e di sopraffazione fisica che cagionavano al detenuto acute sofferenze fisiche mediante più condotte e sottoponendolo ad un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”.

È quanto c’è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita stamattina dalla squadra mobile di Reggio Calabria nei confronti di sei agenti della polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale “Panzera” finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di torture e lesioni personali aggravate nei confronti di un detenuto napoletano ritenuto un esponente di spicco della camorra. I fatti contestati agli indagati risalgono al 22 gennaio 2022, lo stesso giorno della visita a Reggio Calabria dell’ex ministro della giustizia Marta Cartabia.

 

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