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Ferdico, ex ultrà Inter: “Pianificai omicidio di Boiocchi durante rapina da 120mila euro”

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Nell’autunno del 2022, all’interno dell’ambiente ultrà interista, viene deciso l’omicidio di Vittorio Boiocchi, figura storica e leader della Curva Nord. Secondo le indagini, il progetto prende forma attorno ad Andrea Beretta, considerato il suo uomo di fiducia, e si sviluppa in più fasi: sopralluoghi, reperimento dell’arma, prove generali. Nulla viene lasciato al caso.

Il 29 ottobre 2022, in via Fratelli Zanzottera, a Figino, il piano arriva a compimento: Boiocchi viene raggiunto sotto casa e colpito a morte a 69 anni. L’omicidio segnerà un cambio profondo negli assetti della curva, fino al maxi blitz del 2023 che porterà all’arresto di numerosi capi ultrà.

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Le rivelazioni di Marco Ferdico

A ricostruire i retroscena è Marco Ferdico, 40 anni, anche lui partecipe della preparazione dell’agguato. Arrestato e condannato a otto anni, oggi collabora con la giustizia. Davanti agli inquirenti non parla solo del delitto Boiocchi, ma anche di una rapina organizzata pochi mesi prima ai danni di un conoscente facoltoso: un colpo che fruttò un orologio di pregio e cinque bracciali d’oro, per un valore complessivo di circa 120 mila euro.

Secondo Ferdico, il bottino serviva a finanziare il consumo di cocaina e, soprattutto, a coprire i debiti di droga di Daniel D’Alessandro, detto Bellebuono, esecutore materiale della rapina e successivamente anche dell’omicidio Boiocchi.

La rapina di Ripalta Cremasca

Il colpo avviene il 10 giugno 2022, dopo una cena a Ripalta Cremasca. All’uscita dal ristorante, la vittima viene aggredita da D’Alessandro e da un complice bulgaro: pistola puntata, percosse e la sottrazione dei gioielli. Ferdico racconta di aver ottenuto 15 mila euro come parte della refurtiva, ammettendo: «In quel periodo ero coinvolto in ambienti criminali e facevo uso eccessivo di stupefacenti».

Un imprevisto e l’omicidio che va avanti

La rapina, però, attira l’attenzione delle forze dell’ordine. Qualche settimana prima dell’omicidio, Ferdico subisce una perquisizione legata a quell’episodio. L’intervento della polizia lo mette in allarme e lo spinge a chiedere di bloccare il piano contro Boiocchi. Ma gli altri vanno avanti.

La sera del 29 ottobre, sarà D’Alessandro a sparare i colpi mortali che uccidono il capo ultrà.

Oggi

Davanti alla Direzione distrettuale antimafia, Ferdico sostiene di aver voltato pagina: «Ho chiuso con quel mondo e voglio lasciarmi alle spalle ogni legame con il passato».

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