Era la mattina di domenica 6 maggio quando una ragazza marocchina è entrata, chiedendo aiuto, in un bar del centro di Arezzo con il volto completamente tumefatto, il naso fratturato e una consistente ciocca di capelli penzolante sul braccio, staccata di netto dalla testa . Lui “Aveva promesso che non lo avrebbe fatto più” ha detto la ragazza in lacrime al gestore dell’esercizio pubblico e ai poliziotti che sono arrivati poco dopo in soccorso.
L’aggressore della ragazza ventiquattrenne è un italiano, nato a Pozzuoli, di 35 anni, residente ad Arezzo, pluripregiudicato per maltrattamenti in famiglia, stalking, minacce e lesioni, già destinatario della misura cautelare dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria in un procedimento penale iniziato per la denuncia della stessa vittima a dicembre dell’anno scorso.Avevano passato assieme la serata di sabato ad una festa, quasi sicuramente abusando di alcool, poi la mattina la brutale aggressione, senza che la vittima sia stata in grado di riferirne i motivi.
Ai poliziotti della Squadra Mobile che sono arrivati a casa per arrestarlo l’aggressore ha cercato di giustificare l’accaduto dicendo che l’auto nella quale entrambi viaggiavano era finita fuori strada e che anche lui era rimasto vittima dell’incidente. L’uomo non presentava nessuna lesione e la macchina era perfettamente parcheggiata sotto casa. L’operazione suffraga l’impegno della Polizia di Stato nel contrasto del fenomeno della violenza di genere, già oggetto di attività e campagne promosse con il cosiddetto “Protocollo EVA” sui casi di maltrattamenti in famiglia e con il “Protocollo SARA” (Spousal Assaultment Risk Assessment) per i casi di recidiva di condotte violente intra familiari.
Anche nell’odierno episodio si è assistito al consueto copione. Il timore di rimanere da sola, la condizione di straniera in un Paese che non è il proprio, l’esigenza di capire il perché delle violenze fisiche, la convinzione che non accadrà più, la malsana idea di essere legata ancora sentimentalmente con l’uomo, hanno spinto la ragazza a riavvicinarsi al proprio aggressore, anche dopo la prima violenza. Grazie alla solida specializzazione maturata dagli operatori della competente Sezione della Squadra Mobile, unita ad elevate doti di sensibilità e di capacità di approccio, la ragazza ha trovato la forza ed il coraggio di parlare con gli stessi investigatori svelando e denunciando le vessazioni e le violenze subite. L’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Arezzo, non prima di essere fatto destinatario anche della sanzione amministrativa essendo stato trovato con mezzo grammo di marjuana per uso personale.