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venerdì, Marzo 29, 2024
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Fiori per Giulia e Thiago sul luogo del delitto, il papà killer accusato di interruzione di gravidanza non consensuale

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Un mazzo di fiori in mano, un biglietto, poi sempre in silenzio, scortato da una pattuglia della Polizia locale, è ripartito. “X Giulia e Thiago”.

Si sarebbe dovuto chiamare Thiago il bimbo che Giulia Tramontano portava in grembo da sette mesi. Nel luogo dove è stato ritrovato il corpo della donna ci sono già i fiori in ricordo di Giulia e del piccolo: il cadavere si trovava vicino alla casa di Senago dove la vittima viveva con il suo compagno. Qui, come ha confessato il fidanzato Alessandro Impagnatiello, ha provato a nascondere dopo aver provato a dare fuoco per due volte il corpo: Giulia è morta uccisa a coltellate dopo una violenta lite in casa nella notte tra sabato a domenica.

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Tra i reati contestati ad Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, c’è l‘interruzione di gravidanza non consensuale per aver provocato la morte del bimbo che la vittima, incinta di 7 mesi, portava in grembo.

L’art.593 del codice penale

La legge italiana prevede in questi casi l’applicazione dell‘articolo 593 ter del codice penale. “Chiunque cagiona l’interruzione della gravidanza senza il consenso della donna è punito con la reclusione da quattro a otto anni – si legge -. Si considera come non prestato il consenso estorto con violenza o minaccia ovvero carpito con l’inganno. La stessa pena si applica a chiunque provochi l’interruzione della gravidanza con azioni dirette a provocare lesioni alla donna. Detta pena è diminuita fino alla metà se da tali lesioni deriva l’acceleramento del parto”.

 Tra due mesi Giulia avrebbe dato alla luce il suo primo figlio e invece è stata uccisa, brutalmente, insieme alla vita che portava in grembo dal suo compagno. Un omicidio efferato quello di Giulia Tramontano, la 29enne di origini campane.  La svolta arriva nella notte, con la confessione di Alessandro Impagnatiello: “L’ho uccisa io”. Fino ad arrivare all’ultimo orrore, l’ultimo sfregio alla sua compagna

Giulia Tramontano aveva 29 anni ed era incinta, al settimo mese di gravidanza. Il suo fidanzato e convivente Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barista, ne aveva denunciato domenica la scomparsa. Nella notte, sotto la pressione degli inquirenti, è crollato – e ha indicato loro dove ritrovare il cadavere della donna: lo aveva nascosto dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa, non lontano dall’abitazione della coppia: “L’ho uccisa io” avrebbe detto ai magistrati che lo stavano interrogando. Prima l’ha uccisa a coltellate poi ha infierito sul corpo provando a bruciarlo mentre era ancora in casa. L’ha trascinato giù per le scale, forse con l’aiuto di un complice che ora gli investigatori stanno cercando, l’ha caricato nel baule della sua T-Roc e ha provato a farlo sparire.

“I familiari hanno appreso la notizia questa notte, non ci sono parole” ha affermato Valentina Zaniolo, referente di Penelope Lombardia che è in contatto con la famiglia di Giulia Tramontano. La madre, il padre, la sorella e il fratello della ragazza sono ancora a Milano e rientreranno a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, nei prossimi giorni. E stamani sono andati in via Monte Rosa a Senago a lasciare dei fiori nei pressi del luogo in cui ieri sera è stato trovato il corpo della 29enne, nascosto dietro ad alcuni box. Accanto a un peluche di Tigro e ai vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi. “Per sempre nei nostri cuori – si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario”. In alto a destra c’è scritto “per Giulia e Thiago”, probabilmente il nome che la donna aveva scelto per il bimbo che portava in grembo.

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