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venerdì, Aprile 19, 2024
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Frode da 14 milioni sul gasolio, imprenditore di Napoli finisce nei guai

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Un’evasione dell’Iva per oltre 14 milioni di euro è stata scoperta nel corso di verifiche condotte dai funzionari dell’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli di Perugia che hanno notificato l’esito delle attività all’amministratore unico, residente a Napoli, e intestatario di una società con sede legale a Roma. Applicate sanzioni fino a 30,2 milioni di euro.

L’uomo, riferisce Adm, era sconosciuto al fisco, ma le presunte attività illecite della sua azienda hanno fruttato in appena due anni (2016 e 2017) più di 14 milioni di euro a una associazione a delinquere sgominata dalla Procura di Pistoia a seguito di due diverse inchieste, condotte dalla guardia di finanza toscana e dagli Uffici di Perugia dell’Agenzia delle Accise. L’associazione criminale operava attraverso sette società che commercializzavano gasolio per autotrasporto proveniente dalla Slovenia e Croazia.

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STOCCAGGIO DI CARBURANTE

La base da cui muovevano le attività illecite  era presso una società del pistoiese che svolgeva le funzioni di deposito per lo stoccaggio del carburante. Le altre sei aziende si dedicavano all’acquisto del carburante dai due Paesi e alla rivendita presso alcuni distributori di cui detenevano la proprietà e che erano contraddistinti da un proprio marchio.

Secondo Adm la società di Roma, oggetto della verifica che ha portato a scoprire l’evasione, emetteva lettere di intenti simulando il possesso dello status di esportatore abituale, così da trattenere l’Iva sulla rivendita senza versarla allo Stato. Quella dell’amministratore unico residente a Napoli  era la società individuata per la commercializzazione del carburante ai clienti dei distributori presenti in Umbria, Toscana e Lazio “in totale evasione Iva”.

L’accertamento concluso dai funzionari del nucleo antifrode di Perugia, sulla base dei libri contabili e degli accertamenti seguiti ai sequestri, ha consentito di accertare una evasione pari a circa 7,3 milioni di euro per il 2016 e a sette per il 2017 (per un totale di 14.395.275 euro). Le sanzioni applicate vanno da un minimo di 15,1 milioni di euro a un massimo di 30,2 milioni di euro.

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