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sabato, Luglio 5, 2025
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Guerra a Fuorigrotta, il figlio del boss verso un nuovo arresto

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La Procura va in contropiede sulla guerra che da mesi sta insanguinando Fuorigrotta. Giuseppe Troncone, figlio del boss di via Caio Duilio Vitale ferito nell’agguato dello scorso 23 dicembre, rischia di finire nuovamente in manette. Il giovane ras dopo essere stato fermato con l’accusa di lesioni era tornato a piede libero in seguito alla mancata convalida del provvedimento (leggi qui l’articolo). Il pubblico ministero titolare dell’indagine ha infatti presentato ricorso per Cassazione come riportato da Luigi Nicolosi sulle pagine de Il Roma. La palla adesso passa alla Suprema Corte.

L’articolo precedente: tutte le accuse contro Troncone junior

Nel decreto di fermo eseguito nei confronti di Giuseppe Troncone (che avrebbe agito insieme al cugino Andrea Merolla a sua volta ucciso in un agguato) vi è la ricostruzione di un violento pestaggio effettuato dai due nei confronti di altri due uomini uno dei quali legato da parentela alla famiglia Di Napoli del Rione Traiano, nucleo a sua volta indicato come vicino al clan Cutolo. L’uomo aggredito non ha legami con la criminalità organizzata ma l’aggressione è indicativa del clima che si respira da tempo nell’area flegrea. Una delle due vittime avrebbe avuto danni permanenti alla mandibola. Da brividi il racconto dell’aggressione come testimoniato da una delle vittime:«Ho incrociato su via Caio Duilio una motocicletta di grossa cilindrata di colore rosso con due persone in sella. Il conducente era biondo mentre l’altro era grosso con la barba nera e folta. Hanno inveito nei nostri confronti dicendo che eravamo lì per rubare. Il mio amico ha aperto la portiera ed è scappato in direzione di via Leopardi. Mi hanno preso con forza dall’auto e mi hanno aggredito violentemente colpendomi più volte al capo e al volto e in particolare l’uomo armato ha iniziato a colpirmi più volte con la pistola procurandomi la rottura dei denti dell’arcata superiore. Dopo l’aggressione mi hanno costretto a lasciare la mia auto li intimandomi di allontanarmi a piedi».

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