Non solo droga e racket. Il clan De Micco-De Martino avrebbe guadagnato anche dai furti d’auto e dal relativo giro di cavalli di ritorno. La Direzione Distrettuale Antimafia ha puntato il dito contro Salvatore De Martino, Nicola Onori, Ciro Ricci, detto ‘o Panino, Umberto dello Iacolo e Alessio Velotti e l’esperto maestro Mario Noto legato ai De Micco.
La Procura di Napoli ha documentato numerose condotte estorsive portate avanti con questa tecnica, infatti, gli indagati erano dediti al furto di auto e moto. Veicolo solo successivamente restituiti ai legittimi proprietari dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.
Dalle intercettazioni emergono i rapporti di Noto con gli affiliati, soprattutto con Ricci, e della capacità criminale del maestro nel campo dei furti di auto. Ricci e Velotti avrebbero rubato una Maserati e con Noto avrebbero parlato di un negozio a Secondigliano nel quale comprare chiavi codificate. Il maestro sarebbe stato chiamato spesso da Ricci e una volta anche da Velotti quando avevano problemi nei furti, invece, Noto si avvaleva degli affiliati solo quando aveva bisogno di supporto.
“Me lo faccio pagare settemila”
Invece contro De Martino c’è la conversazione del 28 luglio 2021: “Facciamo pure il cavallo di rito… lo facciamo io e te., squillo…glielo dico O’ Panino… me lo faccio pagare settemila…(7000), ti do 500 curo a….”. Il ras degli XX avrebbe così stabilito la richiesta estorsiva che il proprietario d’auto, vittima del furto, avrebbe dovuto pagare per la restituzione.
Secondo il Gip del Tribunale di Napoli le conversazioni attestano la collaborazione nei furti tra Ricci e Noto, come nel caso di quello del Range Rover. Invece dalle intercettazioni non emergerebbe un’abitualità di rapporti tra De Martino, Onori, Dello Iacolo così come per Velotti coinvolto con Ricci solo in un tentato furto d’auto avvenuto tra il 11 e il 12 febbraio 2022.
Il racket raccontato dal pentito
“Naturalmente quello che il clan percepiva dalla pulizie elle scale è solo una parte
di quello che percepiva l’organizzazione dalle altre attività illecite, tra le quali principalmente la droga, ma anche le estorsioni che effettuavamo alle piazze di spaccio, le estorsioni sulle vendite degli immobili di edili fa popolare, o anche i regali da parte di soggetti coinvolti in attività illecita, come ad esempio i ladri di macchine e motorini o sui così detti cavalli di ritorno“, questa la ricostruzione del pentito Antonio Pipolo.