L’assassinio di Domenico Gargiulo sarebbe arrivato come risposta alla condanna all’ergastolo di Salvatore Baldassarre, responsabile dell’omicidio dell’innocente Pasquale Romano.
Era il 15 ottobre del 2012 quando Lino Romano fu ucciso per errore: Baldassarre gli sparò più volte certo di far fuoco contro Gargiulo, reale obiettivo del killer. Romano ebbe la colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: lui di Cardito era andato a salutare la fidanzata che abitava a Marianella, ma fu scambiato per Gargiulo dalla donna che inviò l’sms a Baldassarre.
Un errore che costò la vita al povero Lino Romano e che ha di fatto relegato al carcere a vita Baldassarre, nipote del capoclan Antonio Abbinante. Per quest’ultimo motivo Gargiulo, che era già scampato a due agguti, non poteva continuare a vivere ed il 9 settembre del 2019 il suo cadavere fu ritrovato nel Rione Don Guanella nel bagagliaio di un’autovettura rubata.
Ne sono convinti la Procura della Repubblica di Napoli e la Squadra Mobile di Napoli, che ha eseguito una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di otto persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, omicidio, occultamento di cadavere, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi da fuoco, estorsione, favoreggiamento personale, riciclaggio e ricettazione.
Le investigazioni hanno disvelato i mandanti, gli esecutori, il movente e le modalità dell’omicidio di Domenico Gargiulo.
La vittima, soprannominata “sic e Penniell”, era stata affiliata dapprima al clan Abbinante, operante nel quartiere cittadino “Monterosa”. Successivamente, nel corso della terza faida di Scampia (fine 2011 – inizio 2012), era transitata, come esponente di spicco, alla contrapposta organizzazione criminale denominata “Clan Marino“, operante nel quartiere Secondigliano nella zona delle “Case Celesti”.
Nel settembre 2019 il Gargiulo, con uno stratagemma, veniva condotto nel luogo in cui sarebbe stato commesso l’omicidio con un colpo di pistola alla nuca.
Il movente dell’omicidio e la riconducibilità della sua esecuzione ai capi dei due clan alleati, Licciardi e Sautto-Ciccarelli, appare la dimostrazione del collegamento degli stessi, a fini criminosi, con il vicino clan Abbinante non solo per perseguire strategie criminali finalizzate al predominio del territorio ma, successivamente, anche per vendicarsi della condanna all’ergastolo inflitta a Salvatore Baldassarre, nipote del capo clan Antonio Abbinante, per l’omicidio di Pasquale Romano e per il tentato omicidio dello stesso Domenico Gargiulo commessi il 15 ottobre e il 3 novembre del 2012.
Gargiulo aveva la fama di immortale: era scampato a 2 agguati
Nel 2012 il cartello camorristico Abbinante-Abete-Notturno aveva di fatto decretato la morte di Gargiulo, vicino alle organizzazioni contrapposte dei clan Marino e della Vinella-Grassi tra loro alleati. Il 15 ottobre 2012 al posto di “sic e Penniell” fu ucciso, come già riferito, il povero Lino Romano, soggetto completamente estraneo a dinamiche criminali. Gli Abbinante-Abete-Notturno riprovarono ad eliminare Gargiulo il 3 novembre 2012, ma in quel caso la pistola si inceppò.