venerdì, Luglio 18, 2025
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Il piano del boss-pentito Sarno per far rinascere il clan, arrestati anche i familiari

Ex pentiti del clan Sarno, imprenditori e mediatori sono stati i destinatari delle misure cautelari disposte dal gip su richiesta della Dda ed eseguite dalla guardia di finanza del capoluogo toscano nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della criminalità organizzata in Toscana.

All’alba di ieri sono finiti gli arresti sono i fratelli Ciro, Vincenzo, Pasquale Sarno, il cugino Giuseppe e Antonio, figlio di Ciro mentre altre 5 persone sono da ieri ai domiciliari e per altre due è stata disposta la misura interdittiva del divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche o di imprese per la durata di un anno.

Perquisizioni dalla Toscana alla Campania

Perquisizioni e sequestri poi in Toscana, Liguria, Campania e Friuli Venezia-Giulia per beni e conti correnti per un valore di quasi 1 milione di euro (per la precisione 990.206,51 euro). I reati ipotizzati sono: per cinque indagati associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per agevolare una associazione camorristica in vista della sua riorganizzazione sul territorio toscano, estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti delle vittime, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, auto-riciclaggio aggravato dalla finalità di agevolare una associazione camorristica, violazioni delle disposizioni del Testo Unico in materia di immigrazione.

L’integrazione del clan Sarno in Toscana 

In conferenza stampa il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia ha “confermano quanto già emerso in passato” cioè che “il territorio toscano attrae la criminalità organizzata, di stampo mafioso e non”. Siamo in presenza in questo come in altri casi, ha aggiunto il procuratore, “di organizzazioni che offrono una molteplicità di servizi illeciti, con il coinvolgimento di imprenditori a volte insospettabili, dalle false fatture al procacciamento di manodopera attraverso cittadini extracomunitari“.

Parlare di “infiltrazione mafiosa“, ha aggiunto Spiezia, sottolineando la gravità dei fenomeni criminali che emergono in Toscananon rende l’idea della dimensione e delle modalità operative. È più corretto parlare di integrazione della criminalità mafiosa anche in Toscana“.

Il precedente di Vincenzo Sarno

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