Un giovane di Pescara è stato denunciato, a piede libero, per dichiarazioni false e per aver omesso informazioni necessarie per ricevere illecitamente il reddito di cittadinanza. Una frode allo Stato che è costata circa 1.300 euro al mese, messa in atto dal 25enne che, all’atto della domanda di accesso al reddito di cittadinanza, ha omesso di avere un padre agli arresti domiciliari e una madre con l’obbligo di dimora.
Oltre al patrimonio mobiliare e immobiliare posseduto all’erogazione dell’assegno per l’accoglimento della richiesta si tiene conto anche delle misure cautelari e delle eventuali condanne penali dei componenti del nucleo familiare. Il giovane è stato individuato nel corso dell’operazione ‘Parassita’ condotta dalla Guardia di finanza.
IL FIGLIO ‘SMEMORATO’ CON IL REDDITO DI CITTADINANZA
La frode allo Stato è stata messa in atto da un giovane che, per potersi assicurare il beneficio del reddito di cittadinanza, all’atto della domanda di accesso al sussidio, non ha indicato di avere un padre agli arresti domiciliari e una madre con l’obbligo di dimora per furto in abitazione e indebito utilizzo di carte di credito.
Il 25enne ha percepito 1.300 euro al mese per più di un anno ma è stato scoperto nell’ambito dell’operazione “Parassita” delle Fiamme Gialle di Pescara, coordinate dal comandante provinciale, il colonnello Antonio Caputo. Dunque è stato denunciato a piede libero alla locale autorità giudiziaria per avere reso dichiarazioni attestanti cose non vere ed omesso informazioni dovute al fine di ricevere illecitamente l’indennizzo.