Mentre la guerra tra Roma e Palazzo Santa Lucia prosegue senza esclusione di colpi, sulla strada di Vincenzo De Luca verso il terzo mandato ci si mette di traverso anche la magistratura.
Nei guai con la giustizia non è finito il presidente della Regione, ma alcuni tra i suoi fedelissimi e portatori di vagonate di voti tra le province di Salerno, Caserta e Napoli.
In primis presidente della Provincia di Salerno sindaco di Capaccio-Paestum Franco Alfieri, che nelle ultime ore ha lasciato il carcere, dopo che il Riesame ha alleggerito la misura restrittiva, concedendogli gli arresti domiciliari.
Il ‘Re delle fritture’, finito in manette lo scorso 3 ottobre nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti truccati, è accusato di corruzione e turbativa d’asta.
Secondo le accuse della Procura, il sindaco Alfieri, in concorso con i suoi collaboratori, avrebbero manovrato le procedure di gara per garantire alla Dervit l’aggiudicazione degli appalti.
Un gran colpo in termini elettorali per De Luca che, qualora la misura restrittiva dovesse perdurare, sarebbe costretto a rinunciare ad un politico capace di diventare sindaco di ben tre comuni (Torchiara, Agropoli e Capaccio-Paestum), risultando essere tra gli amministratori più influenti del Cilento.
Nella stessa inchiesta è coinvolto, Luca Cascone, consigliere regionale e fedelissimo del Governatore, indagato a piede libero per fatti riguardanti la realizzazione della strada “Aversana”. Dagli atti emerge che il politico, eletto nelle fila della civica De Luca Presidente nella circoscrizione Salerno, si sarebbe occupato di dettagli tecnici ed economici dell’intervento senza avere titoli in merito.
Non solo Salerno, guai anche a Caserta e Napoli
Anche sul fronte casertano le cose non vanno meglio per il presidente della Regione, che deve fare i conti anche con il ‘caso’ Zannini, considerato il politico elettoralmente più potente nella terza provincia della Campania, dove può contare sul sostegno di oltre una dozzina di sindaci e centinaia di consiglieri comunali. Al consigliere regionale, da ben 2 legislature costantemente al fianco di De Luca, viene contestato di aver accettato da alcuni imprenditori un un viaggio in barca e due motorini in cambio del suo interessamento presso la Regione e un Comune del Casertano per questioni riguardanti operatori economici. A Giovanni Zannini è contestato anche un presunto episodio di concussione per pressioni verso l’ex direttore sanitario dell’Asl di Caserta, affinché nominasse nei dipartimenti e distretti sanitari di Terra di Lavoro persone a lui vicine.
A chiudere il cerchio. l’ultimissima indagine condotta dalla Procura di Napoli Nord, a Giugliano che vede protagonista l’ex sindaco Antonio Poziello, per il quale Vincenzo De Luca si era speso nelle campagne elettorali del 2015 e del 2020, schierandosi contro il Partito Democratico che aveva invece deciso di sostenere altri candidati.
Poziello è sospettato di aver facilitato Teknoservice nell’assegnazione dell’appalto, agendo come intermediario tra l’azienda e un funzionario del Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche. Stando alle indagini, l’ex primo cittadino avrebbe fornito dettagli e suggerimenti su come migliorare il progetto presentato, con l’obiettivo di garantirne l’approvazione. Si parla di presunti accordi economici, incluso un finanziamento di 300mila euro da parte di Teknoservice, in parte destinato a sostenere Poziello nella sua campagna elettorale per le Comunali del 2020.
