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venerdì, Aprile 19, 2024
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Innocente ferita a Napoli, arrivano le condanne per i baby ras

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Avevano evitato l’accusa di tentato omicidio ma il gip di Napoli ha tirato dritto. Alla fine però per i giovani ras di Napoli est Luigi, Vincenzo e Giovanni Aprea e Fabio Falco è arrivata la condanna a cinque anni di reclusione per armi con l’aggravante della matrice camorristica. Il processo si è svolto con il rito abbreviato. I fatti risalgono all’aprile dello scorso anno quando per l’accusa i quattro esplosero dei colpi di pistola all’indirizzo di Salvatore Borriello, soggetto ritenuto vicino al clan avverso dei Mazzarella. Ad avere la peggio fu invece una ragazza innocente colpita mentre era in strada. Il Riesame escluse per i quattro l’ipotesi del tentato omicidio. Il Tribunale della libertà in quell’occasione escluse la volontà omicidiaria dell’azione. Il gip ha però condannato il gruppo facendo leva sull’imputazione per armi a carico dei quattro.

Fondamentale la videosorveglianza

Attraverso la visione del filmato di videosorveglianza (leggi qui l’articolo) e sulla scorta di accertamenti tecnici, con l’estrapolazione puntuale dei frames della sparatoria, il loro legale dimostrò come l’azione posta in essere non fosse orientata alla uccisione dei soggetti presenti nell’autovettura. La direzione dei colpi, il colpo rinvenuto sulla parte inferiore e posteriore ed il contegno assunto dagli sparatori al momento in cui incrociarono l’autovettura dimostrano, come sostenuto dal legale, che l’esplosione dei colpi d’arma da fuoco non fossero diretti a colpire mortalmente gli occupanti e la vittima innocente colpita alle gambe.

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L’articolo precedente: le accuse da parte degli ex ras di Barra del clan Aprea

Quel che è certo è che nel quartiere della periferia orientale di Napoli rappresentano ancora una formazione criminale particolarmente agguerrita come testimoniato dai collaboratori di giustizia Giuseppe e Salvatore MancoSo che a Barra comandano ancora gli Aprea, in particolare ci sono Aprea Gennaro, detto o nonno, Veneruso Enrico, detto cipolla, Aprea Luigi, figlio di Aprea Ciro, detto “Gennaro”, Prisco Giovanni figlio di Lena Aprea; i figlio di Ambrosanio Gennaro, Salvatore e Luigi. Stanno ancora con i Cuccaro. Con i figli di Carmine Cuccaro cugino dei fratelli Angelo, Michele e Luigi, di cui non conosco i nomi ma che saprei riconoscere in fotografia, i figli di Raffaele Cuccaro, fratello di Angelo, che è morto, che si chiama Antonio.

Poi c’è un ragazzo che si chiama Adolfo, il cui fratello è stato ammazzato, mi sembra che si cognome faccia Parisi. Tutta la giornata non escono, escono la sera. Vanno in giro e mandano (omissis) a fare le estorsioni per la zona di Barra. Si tratta di estorsioni ai cantieri dove fanno lavori edili. Non ai negozianti per quello che so io. Escono tutte le sere. Li ho visti con le armi in mano passare anche in Corso IV Novembre. Si tratta in particolare, degli Aprea e del figlio di Raffaele Cuccaro che sta sempre con Gennaro Aprea».

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