Tre capi di imputazione su quattro caduti. Era questo il ‘risultato’ ottenuto al Riesame da Carmine Botta, ritenuto (insieme a Gennaro De Luca) il reggente del clan Contini. Il tribunale della libertà, in riferimento al blitz di qualche mese fa, aveva confermato per il ras il capo di imputazione relativo all’associazione mentre aveva fatto decadere gli altri tre e cioè quello relativo all’estorsione ad una ditta edile impegnata in lavori di ristrutturazione ai Ponti Rossi e quelle relative ad un’intestazione fittizia di due autonoleggi. Per questa ultima il pubblico ministero aveva proposto appello ma la nuova pronuncia del Riesame ha confermato l’annullamento dando nuovamente ragione all’avvocato di Botta, il penalista Giuseppe Perfetto.
E così la società di noleggio di autovetture è tornata al legittimo proprietario. Personaggio enigmatico e schivo tanto da essere definito un ‘fantasma’ Botta rappresenta un pezzo da novanta del clan. Di Carmine Botta hanno parlato diversi collaboratori si giustizia, tra i quali l’ex boss del Vomero-Arenella Luigi Cimmino. “Non conosco personalmente “Carminiello”, ma so che tutte le attività illecite nel “Buvero” e san Giovanniello sono gestite da lui e dalle altre persone dei Contini: droga, abbigliamento falso, contrabbando di sigarette”. Mentre Ciro De Magistris ha detto di lui di sapere che “è uno dei capi indiscussi del clan Contini”.
