Ha ucciso con “un numero imprecisato, ma comunque smisurato di coltellate” la sua compagna.
Poi, intorno alla mezzanotte ha chiamato i Carabinieri dicendo di volersi suicidare. In quel momento Reis Pedroso Douglas, 41 anni, si trovava a Valeggio sul Mincio, nel Veronese, ma non ci ha messo molto a dire agli uomini dell’Arma che nella sua casa di Castelnuovo del Garda avrebbero trovato il corpo di Jessica Strappazzollo Custodio de Lima, otto anni più giovane di lui. Nell’auto, il coltello usato per massacrarla. Non è invece ancora stato trovato il braccialetto elettronico che si era tolto per aggirare il divieto di avvicinamento alla donna.
Video Femminicidio nel Veronese, accoltellata dal compagno
L’ultimo caso di femminicidio che insanguina l’Italia arriva dalla provincia di Verona. Vittima una donna che già in passato aveva denunciato il suo aguzzino e su cui pendeva una lista infinita di precedenti di violenza, tanto che la Procura il 17 settembre ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Nel corso delle indagini preliminari Reis Pedroso aveva subito anche un arresto in flagrante, il 21 aprile: in quell’occasione aveva gettato a terra Jessica, l’aveva trascinata per i capelli sull’asfalto, l’aveva colpita al volto con tre pugni e poi, ripetutamente, con la chiave della macchina. Da allora gli era stato vietato di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla donna e ai luoghi che lei frequentava e gli era stato applicato, quasi un mese dopo, il braccialetto elettronico. Il dispositivo, però, al momento del fermo era sparito e gli inquirenti indagano per capire dove e quando Reis Pedroso se ne sia disfatto.
L’apparato consegnato alla donna per controllare l’uomo è stato invece rinvenuto nel garage di casa della madre, a Ponti sul Mincio. Le violenze nei confronti di Jessica sono state commesse in un periodo che va almeno da agosto 2024 ad aprile 2025, ma la Procura contesta a Reis Pedroso anche violenze sessuali commesse a dicembre nei confronti della sorella della compagna.
Nella casa di Castelnuovo viveva pure una bambina, che Jessica aveva avuto da una precedente relazione: su richiesta del padre, però, proprio a causa del clima familiare violento, alla donna era stato tolto l’affidamento della figlia. Quando ha parlato coi Carabinieri Reis Pedroso, racconta il comandante provinciale Claudio Papagno, “appariva in stato confusionale, sicuramente sotto effetto di alcol e droga. E in un primo momento ha detto di averla uccisa addirittura sabato sera, anche se dalle prime risultanze del medico legale questo parrebbe essere escluso: parliamo di circa 24 ore”. Insomma, non prima della notte tra domenica e lunedì. Anche se Jessica era irreperibile da sabato.
A lanciare l’allarme erano stati alcuni suoi amici, perché non rispondeva più a chiamate e messaggi. L’uomo era noto per l’abuso di alcol e stupefacenti, ma anche per l’aggressività che lo aveva portato ad avere una violenta rissa con un conoscente. E non è bastata neanche una misura come il braccialetto a impedirgli di massacrare a coltellate la compagna.
Proprio sull’inefficacia del dispositivo si concentra il presidente del Veneto, Luca Zaia: “È necessario capire se le tecnologie attualmente in uso per la protezione delle donne sottoposte a minacce o a misure restrittive siano davvero efficaci e se possano essere ulteriormente migliorate e sviluppate, ad esempio con sistemi integrati ai telefoni cellulari delle vittime, in grado di fornire segnalazioni tempestive e tracciabilità continua in caso di manomissione o disattivazione del dispositivo”. Mentre da Castelnuovo l’ex sindaco Domenico Dal Cero ricorda: “Era stato aperto uno Sportello antiviolenza, proprio per venire incontro alle esigenze del territorio, ed anche il nostro Comune purtroppo non era stato esente da episodi di violenza familiare. Ma poi la nuova amministrazione lo ha chiuso”.


