«È stata una sorpresa per tutti ed è stato un gran colpo. Uno come lui che ha vinto tutto può sempre dare qualcosa in più. Occorre però dare merito a Sarri per quello che ha fatto. Dobbiamo dirgli grazie. Io in primis. Venivo da un anno difficile con Benitez, mi ha insegnato tanto e occorre fargli un in bocca al lupo per il futuro». La prima parola che viene in mente leggendo queste dichiarazioni di Jorginho è riconoscenza. Semplice, diretta e pura riconoscenza per l’incredibile upgrade che ha caratterizzato le sue capacità tecniche. Ma non solo. I miglioramenti sul campo, corrispondono imprescindibilmente ad un aumento esponenziale del valore dei giocatori. Ecco, quindi, che il Jorginho nell’epoca beniteziana godeva di una credibilità mediocre, con Sarri è diventato uno dei giocatori più stimati ed ambiti del panorama europeo e mondiale. La maglia in Nazionale è sua di diritto: solo la negligenza sconclusionata di Gianpiero Ventura ne ha rallentata l’ascesa tricolore.
Jorginho al top, ma il suo cellulare non squilla
«Ora toccherà ad Ancelotti che può dare un grande contributo visto quello ha fatto in tanti anni. Mercato? Per adesso non ci penso. Mi concentro sulle prossime due partite. Certo però che con l’arrivo di uno come Ancelotti, su cui senti solo belle e grandi cose, è normale che certi pensieri li fai e altri possono cambiare, anche se a me non ha telefonato». Non sono tanto gli elogi di rito e gli attestati di stima verso Carlo Ancelotti a preoccupare. Il problema sta nella frase conclusiva. «A me non ha telefonato». Salvo impensabili e reiterati problemi di linea, il silenzio che Carletto – per ora – regala al regista italo-brasiliano può essere collegato con le voci che vogliono il Napoli sulle tracce di due giocatori che al posto di Jorginho starebbero più che bene. Per posizione di competenza, si capisce. Si tratta di Paredes (ve ne abbiamo parlato qui) e di Fabian Ruiz (ve ne abbiamo parlato qui). Il centocampista aspetta la chiamata di Carletto. Almeno, prima di rispondere a quelle di Guardiola.