La I sezione della corte di cassazione ha annullato la sentenza di Condanna emessa dalla corte di appello di Napoli nei confronti di Raffaele Amirante, disponendo un nuovo giudizio.
La suprema corte ha accolto il ricorso presentato nell’interesse di Amirante (difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese), accusato di aver preso parte unitamente a Salvatore De Magistris e Gabriele Uliano e Vincenzo Airante (oggi collaboratore di giustizia), alla gambizzazione di Salvatore D’Alpino nel maggio del 2015, il delitto era aggravato dalla premeditazione e dal 416 bis codice procedura penale essendo il reato maturato in contesti camorristici.
La corte di cassazione ha annullato la sentenza di condanna inflitta dalla corte di appello di Napoli condividendo la tesi sostenuta dalla difesa dell’Amirante dell’insussistenza della circostanza aggravante della premeditazione. A carico di Amirante, la pesante accusa di aver, in concorso con Gabriele Iuliano e Salvatore De Magistris, attinto alle gambe Salvatore D’Aplino unicamente in ragione del rifiuto da questi opposto di compiere attività estorsiva per conto del cartello criminale riconducibile agli Amirante. Le prove a carico del gruppo erano costituite dalle dichiarazioni accusatorie di Salvatore D’Aplino e dalle successive dichiarazioni mosse da Vincenzo Amirante (divenuto collaboratore di giustizia) il quale si autoaccusava del ruolo di mandante del raid punitivo.