I Carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e tentata estorsione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’organizzazione criminale denominata clan Verde.
L’operazione, condotta su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’arresto degli indagati, accusati di aver preteso dalle vittime, minacciate reiteratamente, il pagamento di somme di denaro per poter proseguire la rispettiva attività imprenditoriale. Tre dei quattro arrestati erano già in carcere per altri motivi. Si tratta del boss Antimo Ceparano di 51 anni, di Antonio Arena, 48enne e di Francesco Scarano, di 58 anni. Ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per il 29enne Fabrizio Petito.
In particolare, gli indagati avrebbero preteso dalle vittime – minacciate più volte – il pagamento di somme di denaro per poter proseguire la rispettiva attività imprenditoriale.
Tra le vittime una ditta che che aveva un cantiere edile per la ristrutturazione e l’ampliamento della nuova casa comunale di Casandrino. Uno degli indagati avrebbe chiesto al capo cantiere: «Ma che sei di Villa Literno». L’uomo rispose no. Allora lo sconosciuto incalzò: «Dovete andare dai compagni di Sant’Antimo».
L’uomo disse che ne avrebbe parlato con i superiori, ma la cosa non avvenne. Compreso che si trattava di una richiesta estorsiva, dopo che i due soggetti si allontanarono. La segnalazione fu fatta ai carabinieri di Giugliano. Fu fornito anche un identikit. Sotto la lente degli inquirenti altri due episodi in particolare, oltre a quello già citato: una estorsione ai danni di un cantiere edile di Sant’Antimo e un’estorsione ai danni di un’altra ditta edilizia.