“E’ quarta volta che mi ha picchiato… sia mio genero e sia mio figlio… di farli scomparire proprio, e di non farli trovare proprio...”. Questo è il testo dell’agghiacciante della richiesta avanzata al clan Fabboricino da un padre, nel cimitero di Palma Campania, dove l’organizzazione criminale convocava gli imprenditori per costringerli a pagare e si rendeva disponibile anche a risolvere le istanze che riceveva da semplici cittadini. In questo caso la richiesta del duplice omicidio non è stata accolta dai vertici del clan.
La circostanza emerge dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna che oggi hanno notificato 13 misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Dda di Napoli, anche nei confronti di Biagio Bifulco, boss detenuto del clan Fabbrocino, e di Mario e Pietro Fabbrocino.
L’ufficio base del clan Fabbrocino
In quell’ufficio riconducibile a una società, trasformato in un fortino, i Fabbrocino si rendevano disponibili anche risolvere problematiche di vario tipo, avanzate dai cittadini: tutto ascoltato dai militari grazie alle cimici, Quella del duplice omicidio risale al 20 giugno 2022 quando un uomo, per risolvere i suoi problemi di carattere patrimoniale e mettere fine ai reiterati maltrattamenti chiede a Mario Fabbrocino (oggi destinatario di un arresto) l’omicidio del figlio e del genero, dicendosi anche pronto a pagare. “Se pure devo dare qualcosa a qualcuno – ribadisce- li dobbiamo distruggere”.
“Vedo di parlarci io”
Mario Fabbrocino assicura all’uomo una soluzione, ma consistente, per fortuna, in “una bella ramanzina” al figlio e al genero: “vedo di parlarci io… non dobbiamo far scomparire niente, dobbiamo dire che con voi devono fare i bravi“.
Il clan è anche riuscito a scoprire che in quell’ufficio qualcuno ascoltava le loro conversazioni, e con un rilevatore di cimici ha attuato una vera e propria bonifica del locale messo a disposizione da una segretaria incaricata anche di agevolare gli incontri.
Tra le richieste dei cittadini documentate dai carabinieri durante le indagini figurano anche richieste di aiuto per debiti non pagati, difficoltà nell’acquisto di terreni e diatribe di tipo lavorativo.