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sabato, Aprile 20, 2024
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Dall’attentato alla guerra contro Cutolo, le storie dei 2 superlatitanti

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Sono 2 i superlatitanti ricercati dalla Procura di Napoli, infatti, si tratta di criminali che si sono resi autori di efferate vicende di sangue legate al terrorismo e alla camorra.

JUNZO OKUDAIRA: L’ATTENTATORE DI CALATA SAN MARCO

Il 14 aprile del 1988 fu condotto un attacco terroristico contro un circolo ricreativo a Napoli. Alle 19:49 una potente autobomba esplose davanti al club USO di Calata San Marco causando la morte di cinque persone e il ferimento di altre 15. Le vittime furono il venditore ambulante Antonio Gaezza, i passanti Assunta Capuano, Guido Scocozza e Maurizio Perrone, una portoricana militare statunitense in servizio presso la U.S. Navy di stanza a Napoli, la trentunenne Angela Simone Santos.

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Tra i feriti ci furono anche quattro marinai americani e alcuni nordafricani. Junzo Okudaira fu uno dei tre membri dell’Armata Rossa Giapponese, lui fece detonare un’autobomba. L’uomo fu giudicato in contumacia negli Stati Uniti il 9 aprile 1993 per l’attentato.

RENATO CINQUEGRANELLA: DAI BRIGATISTI ALLA CAMMORA

Renato Cinquegranella è da tempo finito nella ‘most wanted’ del Ministero dell’Interno in compagnia di personaggi del calibro di Matteo Messina Denaro o Giovanni Motisi. E’ ricercato dal 6 ottobre 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro. Avrebbe aiutato alcuni brigatisti rimasti coinvolti nel sequestro dell’assessore Ciro Cirillo, inoltre avrebbe dato ospitalità ad alcuni di loro nella sua villa di Castel Volturno.

Cinquegranella sarebbe coinvolto anche in un altro omicidio efferato, quello di Giacomo Frattini, il giovane affiliato alla camorra Nco di Raffaele Cutolo. Frattini ucciso e fatto a pezzi per vendicare l’omicidio in carcere di un fedelissimo del vecchio boss di Secondigliano Aniello La Monica.
Giacomo Frattini, detto Bambulella fu trovato avvolto in un lenzuolo, decapitato, con il volto sfigurato e le mani e il cuore chiusi in un sacchetto di plastica. Per quel delitto finirono sotto processo anche Paolo di Lauro e Salvatore Lo Russo al vertice di un clan considerato oggi tra i più potenti di Napoli, suo fratello Mario Lo Russo, Luigi Vollaro esponente dell’omonimo gruppo di Portici, Renato Cinquegranella, già latitante, così come i pentiti Luigi Giuliano e Pasquale Gatto. 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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