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lunedì, Maggio 19, 2025
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Le prime parole di Parolin dopo il Conclave: “Di Prevost mi ha colpito la serenità”

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“Credo di non svelare alcun segreto nel dire che un lunghissimo e caloroso applauso ha seguito quel ‘accetto’ che lo ha proclamato 267° Papa della Chiesa Cattolica”. Con queste parole cariche di emozione, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, ha raccontato al Giornale di Vicenza i momenti intensi dell’elezione di Papa Leone XIV, successore di Francesco.

Un volto sereno in un momento decisivo

Riflettendo sulla recente esperienza del Conclave, che definisce ancora “fresca” nella memoria, Parolin si sofferma su un particolare che lo ha profondamente colpito: la serenità del volto del nuovo Pontefice. “In momenti tanto intensi, e per certi versi drammatici – ha scritto – quella serenità parlava da sola. Stava cambiando la vita di un uomo, e lui lo sapeva bene”.

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Gratitudine per Francesco, stima per Leone XIV

Il cardinale ha rivolto anche un pensiero riconoscente a Papa Francesco, “che ha avuto la pazienza di tenermi al suo fianco per quasi dodici anni”, ma il fulcro del messaggio è dedicato al nuovo Vescovo di Roma, il cardinale Robert Prevost, oggi Leone XIV. “Ho conosciuto il cardinale Prevost anni fa, in occasione di una delicata questione riguardante la Chiesa in Perù. Già allora ne apprezzai l’equilibrio, la pacatezza, l’amore per le persone e l’attenzione ai dettagli”, ha raccontato Parolin.

Negli ultimi due anni, i due hanno lavorato fianco a fianco a Roma, quando Prevost ha assunto la guida del Dicastero per i Vescovi. “Papa Leone XIV – ha scritto ancora – è pienamente consapevole delle sfide del nostro tempo, come ha dimostrato fin dalle sue prime parole dalla Loggia, evocando una pace ‘disarmata e disarmante'”.

Un augurio e una preghiera

Il messaggio si conclude con un augurio carico di speranza: “Sono certo che troverà forza nella grazia del Signore, nella sua esperienza di religioso e nell’esempio del grande padre Agostino, che ha citato nel suo primo discorso. A lui va il nostro affetto, la nostra obbedienza e la nostra preghiera”.

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