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sabato, Aprile 20, 2024
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Febbre alta, debolezza e raffreddore: i sintomi dell’influenza australiana che sta mettendo ko gli italiani

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Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici palesa l’insorgenza negativa di un altro temibile avversario sul versante sanitario. Il presidente si riferisce all’influenza australiana. Dopo, infatti, aver denotato le sintomatologie critiche, questo, ha invitato la popolazione non ancora vaccinata ad apprestarsi alle specifiche somministrazioni.

Sintomi dell’influenza australiana e come contrastarli secondo Filippo Anelli

Consiglio vivamente a tutti di usufruire del vaccino anti-influenzale, questa febbre australiana costringe chi la contrae ad una permanenza forzata a casa per colpa dei sintomi abbastanza aggressivi. I più frequenti fino ad ora visualizzati risultano essere febbre alta e astenia. L’arco di tempo entro il quale questi si distendono può variare dai 3 agli otto giorni. Valutando tali condizioni risulterebbe opportuno prendere delle precauzioni per non rischiare di essere preda dell’influenza. Le vaccinazioni sono disponibili in tutta Italia, basta rivolgersi ai medici di medicina generale. Queste sono poi gratuite per chi lavora nel settore sanitario e per i soggetti più fragili come gli over 60 o i malati cronici. Che non si inizi poi a dubitare della funzionalità e della validità del vaccino. Di certo questo non può fare magie e scongiurare qualsiasi malattia infettiva delle alte vie respiratorie”. Dichiara il presidente degli ordini dei medici in merito all’influenza australiana.

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Lo sfogo di Matteo Bassetti

“Ci ritroviamo dinnanzi a delle complesse problematiche sanitarie da dover fronteggiare. Negli ultimi 50 anni non si è mai manifestata una situazione così critica da gestire. Definirei quello che stiamo vivendo come un incrocio infernale. Con questo voglio fare riferimento all’incontro stipulato dall’influenza australiana da una serie di virosi respiratorie alquanto aggressive e dal covid, tenace nemico che non ci ha mai abbandonato del tutto. Oltre poi a palesarsi una serie di difficoltà da parte dell’equipe sanitaria che deve provvedere al supporto farmaceutico e ospedaliero, altre sono ad oggi le problematiche difficili da smussare. Mi riferisco a tutte quelle persone che durante il periodo pandemico hanno deciso di astenersi ai vaccini o che magari hanno deciso di non sottoporsi alla somministrazione di tutte le dosi. Credo che tutto questo non vada bene e che per uscire da questa situazione ognuno debba metterci il suo”. Afferma il ricercatore rispetto la situazione vigente.

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