«Siete delle m….». Poi la firma: «Da una tifosa napoletana». Maria Mazza, attrice e conduttrice televisiva, non le manda certo a dire in un post su Instagram agli pseudo tifosi, un gruppo di non meno di una ventina di giovani, che la sera precedente, nell’aggredire alcuni sostenitori al seguito dell’Ajax che cenavano in un locale di via Medina a Napoli, a 200 metri dalla Questura, non si sono fatti scrupolo di armarsi con mazze e cinture e fumogeni alla mano hanno fatto irruzione nel locale gestito dal compagno e padre della sua bambina Sveva, Amedeo Quagliata, mettendo il ristorante a ferro e a fuoco e aggredendo lo stesso proprietario che aveva cercato di difendere i suoi ospiti. «Sarebbe potuto finire anche lui in ospedale, come una coppia di olandesi picchiati e feriti: Amedeo è biondo e con gli occhi chiari, lo hanno scambiato per uno di loro. Quello che è accaduto in pieno centro e per una partita di calcio è agghiacciante», dice al Corriere del Mezzogiorno a mente fredda.
«Sono andata al locale per cercare di ricostruire l’episodio, mi hanno riferito che potevano essere una ventina di loro. Bestie, naturalmente, non tifosi del Napoli».
Che cosa prova dopo quanto accaduto?
«Non mi rimangio una parola di quanto ho sostenuto nel mio post: sono delle m…. Dei trogloditi. Hanno picchiato e causato il ferimento di alcuni tifosi ospiti, poi accompagnati in ospedale per le contusioni riportate, e hanno messo a repentaglio l’incolumità del mio compagno. E per cosa? Una partita di calcio? E per quale motivo prendersela, nel pieno centro della città e a due passi dalla Questura, anche con l’attività di un ragazzo di 37 anni che lavora per Napoli, dà lavoro ai napoletani, animato solo dall’amore e dalla passione per il suo lavoro? Tutto questo è vergognoso, grave. Per le sue modalità, agghiacciante».