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giovedì, Marzo 28, 2024
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Mala di Bagnoli, stop dal Riesame: trema l’inchiesta sul clan Esposito

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Trema e non poco l’inchiesta sulla mala di Napoli ovest. E ancora una volta lo stop proviene dal tribunale del Riesame (X sezione) che rischia di compromettere non poco il lavoro degli inquirenti su ras e gregari della zona flegrea. Inchiesta scaturita in diversi arresti lo scorso novembre contro il gruppo Esposito-Nappi-Bitonto orbitante a Bagnoli. Nonostante le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni telefoniche la Procura si era vista respingere dal giudice per le indagini preliminari le richieste di custodia cautelare per i personaggi del gruppo di via Di Niso. La Dda aveva così proposto appello. Appello dichiarato inammissibile dai giudici della libertà e dunque rigettato le istanze presentate dal pubblico ministero per Massimiliano Esposito, indicato come a capo del gruppo, sua moglie Maria Matilde Nappi, e i ras Francesco Cotugno e Francesco Ferrillo. Accolta in pieno la linea dei loro difensori, l’avvocato Rocco Maria Spina per Esposito (che proprio ieri si è visto eseguire una nuova ordinanza per inosservanza degli obblighi), gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta per la Nappi, gli avvocati Antonio Rizzo e Giuseppe Perfetto per Cotugno, e l’avvocato Leopoldo Perone insieme all’avvocato Rizzo per Ferrillo.

Rigettata l’istanza presentata dal pubblico ministero contro il gruppo di Bagnoli

 

Il Riesame nelle sue motivazioni ha evidenziato la genericità dei motivi di appello proposti dal pubblico ministero stabilendo che le modalità di redazione dell’atto di appello siano inammissibili. Nei giorni scorsi c’erano stati altri tre stop da parte del Riesame per Lucio Musella e i fratelli Maurizio e Luigi Bitonto. Maurizio Bitonto in particolare si trova in carcere in quanto indicato come uno dei responsabili dell’omicidio di Rodolfo Zinco. La Dda aveva presentato una richiesta di arresto relativa a traffico di droga e alcuni episodi di estorsione. Il Riesame anche in questo caso, accogliendo la tesi difensiva del legale di Bitonto, l’avvocato Rocco Maria Spina, ha deciso di non doversi procedere al suo arresto in relazione a questi episodi. Resta libero invece il fratello Luigi, secondo le ultime informative a capo di un nuovo gruppo nella zona. Le indagini, scaturite nel maxi blitz dello scorso novembre,  ricostruirono le attività dei gruppi operanti nelle aree urbane di via Cavalleggeri, via Coroglio, Agnano e Bagnoli nel settore delle estorsioni e del narcotraffico. Nei mesi successivi agli arresti il gruppo di Massimiliano ‘o scognat ha dovuto incassare la notizia del pentimento di  Youssef Aboumuslim, nipote acquisito del boss di Bagnoli (leggi qui l’articolo), e le velleità autonomiste proprio dei fratelli Bitonto, ras un tempo legati proprio al gruppo di via Di Niso.

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Il gruppo di Massimiliano Esposito nel mirino: l’articolo precedente

Secondo le prime informazioni trapelate Youssef potrebbe svelare il nuovo organigramma del clan e tirare in ballo persone e nomi già fatti da Genny Carra che indicò la Nappi come colei che ha gestito il gruppo del marito per anni. Dopo l’ultima operazione contro i clan dell’area flegrea il giudice delle indagini preliminari sconfessò però la Procura di Napoli e le dichiarazioni dell’ex ras dei Cutolo. Per il gip non esisterebbe un gruppo intraneo a quello di Bagnoli nonostante la donna venga più volte tirata in ballo da Carra, un tempo vicino al ras Alessandro Giannelli in contrasto proprio con Esposito. Resta da vedere adesso con il nuovo pentitmento cosa accadrà.

Le accuse di Carra contro la moglie del boss di Bagnoli

«Durante l’alleanza criminale con Giannelli, c’erano problemi con la moglie di Massimiliano, a nome Maria (Maria Matilde Nappi) che però non ho mai conosciuto personalmente. In particolare i contrasti riguardavano la gestione dei locali esistenti nella zona di Coroglio. Io ne ero a conoscenza perché il Giannelli me ne parlava, ma non ho mai partecipato a fatti delittuosi nei loro riguardi. L’idea di Giannelli che era che tale gestione spettasse a lui e in cambio le avrebbe corrisposto un mensile. Attualmente so che il marito, Massimiliano Esposito, detiene il comando del clan di Bagnoli. Prima della sua scarcerazione con Maria c’erano quattro o cinque persone che facevano parte del clan e precisamente Josef, Gennaro Marrazzo, tale Pippetto, una persona di mezz’età che gestisce una sala giochi. Al telefono, dal carcere a luglio mi ha telefonato Giannelli, riferendomi che Massimiliano Esposito e Luigi Bitonto avevano minacciato la moglie per farla andare via dall’abitazione, che era di Bitonto».

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