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Dà fuoco alla moglie in auto e poi la uccide a mani nude, ricostruito l’omicidio di Maria

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Maria Arcangela Turturo, 60 anni, dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, è stata vittima della violenza del marito, Giuseppe Lacarpia, un allevatore di bestiame di 65 anni. Lacarpia avrebbe prima cercato di darle fuoco mentre era intrappolata nella loro auto, per poi soffocarla e schiacciarla con il suo peso, spezzandole le ossa del torace. La donna è riuscita a sopravvivere abbastanza a lungo da arrivare in ospedale, dove ha denunciato l’accaduto con un ultimo sussurro: “Mi voleva uccidere”. Purtroppo, è morta poco dopo. Succede nella periferia di Gravina in Puglia, nel Barese.

Ora in manette

Lacarpia è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario premeditato. Le indagini, supportate dalle parole della vittima e da un video di 15 secondi che documenta l’orrore, hanno ricostruito la dinamica dell’aggressione. La tragedia è avvenuta dopo una festa di compleanno, quando l’uomo ha sterzato improvvisamente l’auto contro un muro, un gesto che si è rivelato parte di un piano omicida. Dopo l’impatto, Lacarpia ha dato fuoco al veicolo con la moglie all’interno.
Nonostante le ustioni, Maria Arcangela è riuscita a uscire dall’auto e ha tentato di fuggire, ma è stata raggiunta e brutalmente uccisa dal marito, che l’ha soffocata e schiacciata con il proprio corpo.

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Le violenze non erano sconosciute nella casa in cui viveva la famiglia. Lo ha confermato agli inquirenti, anche una delle figlie della coppia. “Era violento, si ammazzavano di botte”, ha messo a verbale spiegando che le aggressioni erano iniziate quando i conti dell’azienda paterna, specializzata nell’allevamento di mucche e produzioni casearie, erano segnati dal rosso. “Da allora sono iniziati i litigi – ha riferito la figlia – e nel 2009 mamma, presa dalla disperazione, ha dato fuoco al trattore di papà”.

Arcangela aveva provato a salvarsi anche in passato. Litigava col marito e si rifugiava dalle figlie. A casa loro passava dieci giorni e poi tornava da lui. “Stava da me o da mia sorella dieci giorni e poi rientrava a casa”, ha continuato una delle figlie. In ospedale era finita già altre tre volte per le botte del marito. “Mia madre continua a preoccuparsi di lui”, ha aggiunto la figlia parlando con chi indaga.

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