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mercoledì, Aprile 24, 2024
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«Il sangue non si è sciolto? Vi spiego cosa accade”, intervista al Cardinale Sepe

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«Il sangue non si è sciolto? Non accade nulla. La Fede non dipende da un miracolo, la Fede è profonda e personale e dipende dal rapporto con Dio che a volte ci può dare dei segni e a volte no». Così l’Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, all’indomani del mancato scioglimento del sangue di San Gennaro nel giorno in cui, 16 dicembre, si celebra il terzo miracolo dell’anno. Miracolo che non si è ripetuto. Sepe ha ricordato che nei suoi 14 anni alla guida della Diocesi di Napoli, «questo evento straordinario si e’ sempre manifestato il 19 settembre, giorno del martirio di San Gennaro, e nel sabato che precede la prima domenica di maggio. Invece – ha detto – il 16 dicembre sono state piu’ le volte in cui il sangue non si e’ sciolto che quelle in cui lo ha fatto. Quindi non succede nulla». L’ultima volta in cui a dicembre il sangue non si era sciolto risaliva al 2016.

LA DEPUTAZIONE. «San Gennaro ha sempre dato tanto, ha fatto il miracolo sempre, anche fuori delle date canoniche. Il fatto che non sia accaduto ieri può destare impressione, ma a mio giudizio rientra nella statistica tipica del miracolo». La pensa così anche Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, membro della Deputazione di San Gennaro, l’istituzione laica nata il 13 gennaio 1527 per volontà della città di Napoli, e secondo Statuto presieduta dal sindaco di Napoli, alla quale è affidata la gestione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, all’interno del Duomo. Il marchese don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli dei Duchi di San Cipriano è il membro della Deputazione al quale ieri era affidato il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco in caso di avvenuto miracolo, circostanza che però non si è verificata.

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«Il fatto che il miracolo non fosse avvenuto in mattinata – racconta all’Adnkronos – poco cambiava, perché sappiamo per esperienza che il miracolo poteva avvenire anche nel pomeriggio, o addirittura all’ultimo minuto prima di riporre in cassaforte le reliquie. Ieri invece è stata una giornata molto particolare, ho notato la tensione dal fatto che a un certo punto c’erano più giornalisti che fedeli».

Una tensione, secondo Pierluigi Sanfelice, legata al periodo storico che stiamo vivendo: «La pandemia, le difficoltà che stiamo attraversando, per questo tutti avremmo sperato in un buon esito dello scioglimento del sangue. Ma il fatto che resistesse ha comportato che la gente cominciasse ad avere paura. In serata, verso l’ora di chiusura, sono arrivati tanti fedeli e noi eravamo ormai circondati da giornalisti e televisioni, al punto che abbiamo chiesto più volte alla stampa di rispettare il distanziamento. È stato impressionante e il fatto che potessero restare deluse dal mancato miracolo era qualcosa che, in quel momento, mi preoccupava più del miracolo stesso».

Secondo Sanfelice però «il mancato miracolo rientra nella statistica tipica. Anzi, il fatto che a volte non avvenga è la prova che dentro l’ampolla non ci sono aggregati chimici che fanno liquefare il sangue nel momento in cui viene girata l’ampolla. È la prova del nove. Diciamo che, sotto questo punto di vista, è bene anche che la gente veda l’altra parte del miracolo e di per sé può essere un miracolo anche quello».

E interpellato sull’interpretazione da dare a quanto avvenuto ieri, Sanfelice di Bagnoli risponde sorridendo: «Secondo me San Gennaro ha detto “nel frattempo restiamo così, ci vediamo la prossima volta”. Posso capire che il popolo cerchi una risposta in certe cose, è tipico del popolo e di noi esseri umani. Ma San Gennaro vola alto, quindi l’interpretazione che possiamo dare a una situazione del genere non può che essere alta, quindi – conclude – rimandiamo al prossimo miracolo ogni alta definizione dell’accaduto».

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