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“Misi la pistola alla testa di Mario Merola”, spunta l’intercettazione nell’inchiesta contro i clan

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Spunta anche l’asse tra ‘ndrangheta-camorra nell’inchiesta Echidna della Dda di Torino e dei carabinieri del Ros. Infatti due delle persone arrestate, Antonio e Luigi Mascolo, originari di Castellammare di Stabia e residenti nel Torinese, farebbero parte della “locale” ‘ndranghetistica di Volpiano. Secondo quanto emerge dalle carte dell’indagini, i due si sarebbero adoperati per aiutare degli affiliati della camorra stabiese al punto che il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, si dice colpito dal fatto che “nonostante la lontananza dalla loro regione di provenienza, questi legami continuassero a essere attivi e costanti”.

Si tratta in particolare di componenti della famiglia Vitale, considerata vicina al clan D’Alessandro, per esempio accogliendo Luigi “Gino” Vitale a Leinì per fargli trascorrere un periodo agli arresti domiciliari.

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Nelle carte della Dda compare anche il nome del cantante Mario Merola come riporta La Gazzetta del Sud. Il 60enne Antonio Mascolo in una conversazione intercettata nel 2021 raccontò di quando, su ordine di una persona non specificata, gli mise “una pistola alla testa” perché doveva dei soldi. Ma per questa ragione, aggiunse, diventò il bersaglio di “due o tre clan di Napoli”.

Non risulta che sull’episodio la Dda di Torino conduca degli accertamenti. Mario Merola fu indagato in due procedimenti giudiziari, nel 1983 e nel 1989, e fu sempre completamente scagionato.

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Redazione Internapoli
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