Addio a Sergio Marchionne. Il manager si è spento nella clinica di Zurigo nella quale era era ricoverato da diverse settimane.
Chi è Sergio Marchionne
Sergio Marchionne è morto all’ospedale universitario di Zurigo, dove era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento alla spalla destra. Dieci giorni fa le sue condizioni di salute si sono aggravate a causa di quelle che i medici hanno definito “complicanze postoperatorie”. La situazione sarebbe poi precipitata all’inizio di questa settimana. L’ex amministratore delegato di Fca aveva 66 anni.
L’ultima uscita pubblica
L’ultima uscita pubblica del top manager era avvenuta due giorni prima del ricovero, a Roma, alla consegna di una Jeep all’Arma dei carabinieri. Il 22 luglio è stata diffusa la notizia che Marchionne era ricoverato in terapia intensiva e che le sue condizioni erano irreversibili.
La rivelazione sulla malattia
Poi la rivelazione sulla malattia. “Il dolore è indicibile, quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette”. “Tuttavia quando seppi che era soltanto un ‘intervento alla spalla’ sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che il suoi polmoni erano stati aggrediti e capii era vicino alla fine”.
La lettera di Grande Stevens
“E’ molto difficile per me parlare di Sergio Marchionne che con Gianluigi Gabetti è stato il mio migliore amico di una vita” inizia la lettera. “Sergio è un uomo che sarebbe piaciuto a Giovanni Agnelli”. Ed ancora “Gabetti e io avremmo potuto considerarlo per la nostra età un figlio. Invece divenne un nostro fratello, che ci consultava e ci insegnava cosa vuol dire occuparsi del successo di una grande azienda”.
Marchionne e l’addio della moglie Manuela
Le condizioni dell’ex amministratore delegato di Fca, nel suo letto, tra le macchine sanitarie che lo teneva in vita, nell’ansia dei familiari e dei sanitari che circonda la sua battaglia. La dipendenza dal tabacco non era un mistero sull’Ad di Fiat, abituato a fumare tre pacchetti di sigarette al giorno. La compagna Manuela Battezzato era riuscita nella sfida di convincerlo per un po’ a smettere, un anno fa, ma senza troppa convinzione, al punto da fargli spesso dire con il sorriso: ”Saranno la mia morte”. Una frase che ripensata oggi è una battuta che non fa più ridere.
Marchionne e la Fiat
Uno dei più brillanti dirigenti d’azienda italiani, naturalizzato canadese, a fine giugno era stato ricoverato per un’operazione alla spalla. Ma le sue condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi giorni fino ad essere considerate irreversibili. Una situazione che nelle ha imposto a FCA e Ferrari di riunire lo scorso fine settimana i CdA per la nomina dei nuovi vertici. Nella nota la Fiat aveva annunciato che è per questi motivi che “il Dr. Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa”. Da qui sono poi arrivate le nuove nomine in Fca, con Mike Manley amministratore delegato, e in Ferrari, dove il posto di presidente sarà svolto da John Elkann e quello di ad da Louis Camilleri. Marchionne verrà ricordato per aver segnato un profondo cambiamento nel mondo Fiat, mentre non si compie il suo sogno di riportare il Cavallino a vincere in Formula 1.

