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martedì, Aprile 23, 2024
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Scarcerata moglie del boss El Mencho, coinvolto nella sparizione dei 3 napoletani. “Governo corrotto”

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Liberata dalle autorità messicane Rosalinda González Valencia, accusata di criminalità organizzata finita in manette il 26 maggio scorso a Zapopan, Jalisco.

Un giudice ha concluso che non erano disponibili prove sufficienti per l’esecuzione del reato di criminalità organizzata, per cui esistevano solo dati di prova minimi da analizzare per riciclaggio .

Per il secondo reato che viene imputato all’imputata è concesso ancora la libertà provvisoria.

Gonzalez Valencia ha abbandonato il penale federale femminile di morelos dove era reclusa. È stata recuperata e scortata da più di 10 uomini in grosse macchine.

Rosalinda González Valencia è la moglie del Mencho, il boss del narcotraffico coinvolto nella sparizione dei tre napoletani in Messico. ” Il nostro governo si affida al governo messicano per ritrovare i nostri cari , si affida a un governo corrotto e governato dai narcos”, scrivono i familiari dei Russo.

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’avvocato delle famiglie Russo e Cimmino, Claudio Falleti, in una nota stampa, sostiene che una svolta potrebbe essere vicina. Di seguito le dichiarazioni dell’avvocato Falleti.

“Sono trascorsi quasi sei lunghissimi mesi dalla scomparsa in Messico dei nostri connazionali. Siamo ancora gentili a definirla come una scomparsa quando in realtà si tratta di una vendita, una cessione di 3 persone ad un gruppo criminale. Paradossale pensare che le indagini fino ad ora abbiano condotto a dei nomi e cognomi, a persone in carne ed ossa, addirittura poliziotti, che nonostante abbiano confessato non sia servito a ritrovarli. Ma c’è di più. El Quince è stato arrestato, le auto sono state ritrovate, ma nessuno ha ancora parlato“, scrive l’avvocato Falleti.

Il nuovo boss del Messico

Nemesio Oseguera Cervantes, detto ‘El Mencho’, il cowboy, 52 anni, il boss che costringe le reclute a mangiare la carne delle proprie vittime: è lui il nuovo nemico pubblico numero 1 per l’agenzia antidroga statunitense e le autorità messicane. E’ ricercato da un decennio, e da qualche giorno pende sulla sua testa una taglia da oltre 1 milione e mezzo di dollari. Dopo l’arresto due anni fa di Joaquin Guzman ‘El Chapo’, il signore della droga messicano capo del gruppo di Sinaloa – ora in carcere in Usa – il cartello di cui è alla testa ‘el Mencho’ è considerato il più pericoloso del Paese. Il gruppo, chiamato Jalisco Nueva Generacion, ha conquistato le luci di una macabra ribalta a suon di assassinii e stragi.

Secondo il procuratore generale messicano, Alberto Elias Beltran, il cartello di Jalisco “è l’unico ancora veramente in attività. Gli altri gruppi criminali sono cellule delle vecchie strutture, oramai allo sbando”. Lo scorso anno, in Messico gli omicidi legati al narcotraffico sono stati quasi 30.000. E il cartello non si occupa solo di droga e assassinii: uno dei boss, Josè Guadalupe Rodriguez Castillo, è finito agli arresti con l’accusa di aver ordinato il rapimento dei tre napoletani scomparsi in Messico – Raffaele Russo, il figlio Antonio Russo e suo nipote Vincenzo Cimmino. El Mencho, un ex poliziotto diventato sicario, è oggi il più ricercato capo dei cartelli della droga sudamericani: il suo nome figura nella lista nera dei latitanti ‘most wanted’ della Dea e secondo Paul Craine, il funzionario Usa a capo della squadra che ha catturato ‘El Chapo’, è lui oggi il “nemico pubblico numero uno”. Controlla un “esercito di migliaia di criminali” armati di fucili d’assalto. E nel 2015, il cartello abbatté con un lanciarazzi un elicottero dell’esercito, uccidendo 10 persone.

Lo scorso anno, alcuni cadaveri trovati in un’officina meccanica erano stati decapitati e smembrati. Tra gli arrestati anche due minorenni: hanno raccontato ai giudici di essere stati stati obbligati a mangiare la carne delle loro vittime dopo l’esecuzione come prova di iniziazione. Funzionari della Dea e della polizia messicana sono concordi: ‘el Mencho’ è forse il più pericoloso boss del narcotraffico mondiale.

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