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sabato, Aprile 20, 2024
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Napoli non dimentica Lello Perinelli, un anno fa l’omicidio del 21enne di Miano

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A un anno esatto dalla morte, Napoli ricorda Lello Perinelli, il 21enne ucciso a coltellate la sera del 6 ottobre 2018, davanti a un circolo ricreativo di Miano, durante una lite per futili motivi con il 32enne Alfredo Galasso, accusato di omicidio doloso aggravato.

Il tempo si è fermato a quel tragico sabato sera di un anno fa. Lello era incensurato, non aveva mai frequentato ambienti camorristici, giocava a calcio in serie D come difensore e sognava un futuro in una grande squadra. Dopo aver giocato nella Turris era in attesa di un nuovo ingaggio. Era considerato un buon terzino sinistro, e militava nella squadra del suo quartiere, la Asd Miano. Lello era amato da tutti. Sempre sorridente, disponibile, generoso.

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Per se’ sognava una vita normale, anzi un futuro da calciatore, ma un tragico destino lo ha fatto morire a 21 anni.

Ieri il cielo era nuvoloso a Miano, il gelo aleggiava sul quartiere. Inevitabile il ricordo a quel tragico giorno di un anno fa. Sguardi bassi e occhi lucidi per ricordare Lello e dedicargli una preghiera. Un gesto doveroso, anzi sentito, per il ricordo a quel giovanotto amico di tutti. Tantissimi i messaggi lasciati sui social. 365 giorni di dolore. Gli amici e il quartiere tutto, non hanno mai smesso di chiedere giustizia e dimostrare vicinanza alla famiglia di Lello.

Tantissime le iniziative durante questo anno. Lo scorso 7 aprile sul campo dell’Arci di Scampia si è disputata una partita in onore del terzino sinistro classe ’97. La cantante Angelica Borrelli ha cantato una canzone scritta per ricordare il giovane.  A benedire il calcio d’inizio tra le squadre composte dagli amici del giovane, fu il parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello. E proprio Don Maurizio pochi giorni dopo la morte di Lello Perinelli, affidò a un lungo editoriale sul quotidiano “Avvenire”.

La sorella non ha mai smesso di lottare e chiedere giustizia:  “Io non piango, COMBATTO! Non chiedo pietà, dispiacere, tenerezza, compassione, non ne ho bisogno! chiedo solo a chiunque volesse bene a mio fratello di aiutarmi a testimoniare e tutelare anche solo con la vostra presenza”. L’epilogo è arrivato lo scorso giugno quando il Tribunale di Napoli ha infatti condannato a 17 anni di reclusione Alfredo Galasso. Stando a quanto hanno stabilito le indagini, oltre alla stessa confessione dell’assassino, che si costituì poco dopo il delitto, Galasso avrebbe agito per vendicarsi di una lite: pochi giorni prima dell’omicidio, il 31enne e Lello Perinelli sarebbero quasi venuti alle mani all’interno di una discoteca.

Ieri il tempo si è fermato e anche i ricordi non sono consolanti ma minacciosi e volti ad accrescere la sofferenza. E’ riemersa l’inconsolabile solitudine e tristezza degli amici e della famiglia prigionieri di un lutto senza uscita. Essere tristi è normale ma forse Lello avrebbe sorriso, come ha sempre fatto davanti a tutte le difficoltà.

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