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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Spari davanti alla chiesa del Rione Traiano, il messaggio ai membri di un’associazione

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All’esterno della chiesa del Rione Traiano è avvenuta una sparatoria. Protagonisti due giovani adolescenti, a bordo di uno scooter, un Piaggio Liberty di colore nero. A riportarlo è Il Mattino.

Un chiaro avvertimento

Dopo aver pianificato le loro intenzioni, i membri del clan hanno indirizzato i due adolescenti a compiere una missione alquanto disonorevole e criminale. I giovani ragazzi si sono recati presso la chiesa protestante del Rione Traiano e lì, all’esterno della struttura, hanno esploso dei colpi di pistola. La loro intenzione non era quella di ferire le persone, il motivo per il quale erano stati inviati era quello di lanciare un segnale ai membri che gestiscono la parrocchia e l’associazione ‘Terra Promessa’. Il messaggio esigeva che quella zona fosse sgomberata il prima possibile, molto probabilmente per riprendere l’attività di spaccio.

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La storia del territorio rivendicato 

Sulla base della condizione vigente, quindi, i membri del clan avevano indotto i due adolescenti ad intimidire gli enti del presunto sopruso affinché lasciassero il territorio sul quale, ad oggi, nasce la chiesa e l’associazione. Da tre anni infatti, le mamme del quartiere avevano ripulito la zona utilizzata precedentemente come piazza di spaccio. Queste avevano troncato queste dinamiche illecite adibendo lo stesso territorio come punto di riferimento per i più bisognosi. E’ così che l’associazione ‘Terra promessa’ insieme alla collaborazione della Caritas può sfamare 150 famiglie, organizzare campi estivi per i bambini, assistenza agli anziani e promuovere tanti altri progetti. Eppure tutte queste buone azioni si dissolvono in un istante al cospetto della valutazioni della camorra. Quel terreno, infatti, situato a via Romolo e Remo nei pressi dello svincolo della tangenziale fa gola alle organizzazioni criminali. 

Le testimonianze dei membri dell’associazione ‘Terra Promessa’

“Ormai sono anni che subiamo continue richieste di rivendicazione. Siamo da sempre nel loro mirino, ci sottopongono pene e dispetti di ogni tipo. Ci rubavano il tosaerba e lo riportavano a loro piacimento, venivano a prelevare il cibo che noi consociati ci impegnavamo a consegnare alle famiglie bisognose ma mai ci saremo aspettati che si sarebbero spinti fino a questo punto. Sono arrivati con le pistole e prima ancora hanno sfondato un muro dell’associazione. Non credo ci sia da aspettarsi nulla di buono, non può essere la bravata di qualche ragazzino, i clan voglio riprendere con lo spaccio”. Queste le parole di Enza Terracciano, coordinatrice dell’associazione ‘Terra Promessa’.

Il timore che la chiesa venga chiusa e la richiesta d’aiuto  

Alla visione dei due ragazzi che sparavano in aria dallo scooter di Enza Terracciano, si aggiunge quella del marito che ha ritrovato dei segni di sparo sulla propria vettura. A quel punto i due non hanno potuto fare altro che richiedere l’aiuto e l’intervento delle forze dell’ordine che dopo la valutazione dei danni hanno conseguito che gli spari erano stati inferti da una pistola ad aria compressa. Eppure questa considerazione per i membri dell’ associazione e della chiesa non cambia il risultato. A loro parere questi sono degli avvertimenti chiari e degenerativi. La camorra vuole a tutti i costi quella zona al fine di impiegarla come territorio di spaccio. “Abbiamo impiegato tempo, energia e fatica per realizzare tutto questo al fine di garantire un luogo sereno e sicuro grazie al quale i nostri figli possano vivere tranquillamente. Non è giusto, non possono farci questo”. Questo lo sfogo di Enza Terracciano.

Ulteriori mire avversarie: Anche il Comune vuole sfrattare la chiesa 

Se da un lato a minacciare l’integrità della chiesa e dell’associazione si ergono i gruppi criminali, dall’altro emerge anche la burocrazia. Anche il comune di Napoli, infatti, si dimostra favorevole alla chiusura dell’associazione e allo sfratto della chiesetta, in quanto entrambe insediatesi abusivamente. A tal proposito interviene ancora una volta Enza Terracciano: Non c’è motivo di muovere una controffensiva così violenta. infondo non facciamo nulla di male, anzi, abbiamo ripulito una zona degradata e rischiosa per via dello spaccio. Non abbiamo nessun intento di abusivismo edilizio, vorremo solo lo spazio e la possibilità grazie ai quali sia possibile esprimerci. Per il momento ho mandato delle email ad alcuni assessori e alla stessa segretaria del sindaco Manfredi. Hanno detto che ci incontreranno”.   

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