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giovedì, Aprile 25, 2024
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Nel ragù, infilata nei preservativi, nelle bottiglie di detersivi o attraverso droni: così entra la droga nel carcere di Secondigliano

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Droga nella carne al ragù, nei preservativi, inseriti in bottiglie di bagnoschiuma o portati in carcere attraverso droni fatti volare dall’esterno. Sono tanti gli stratagemmi con cui si facevano entrare le sostanze stupefacenti nel carcere di Secondigliano. Ieri il blitz ha portato all’arresto di 26 persone, coinvolti detenuti e agenti della penitenziaria.

Il blitz nel carcere di Secondigliano

Era gestita da detenuti, ma erano convolti anche agenti della polizia penitenziaria la piazza di spaccio scoperta nel carcere di Secondigliano. All’alba di ieri i carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione distrettuale Antimafia – nei confronti di 26 persone.

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Le accuse contestate a vario titolo: associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio.

L’indagine ha permesso di raccogliere plurime fonti di prova, anche a riscontro delle dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia, circa l’esistenza di una piazza di spaccio all’interno della casa circondariale di Napoli, gestita da detenuti mediante il commercio di sostanze stupefacenti di vario tipo (cocaina, hashish e marijuana) introdotte nell’istituto penitenziario. Sono quattro gli agenti della polizia penitenziaria arrestati. Per uno, attualmente in pensione ma in servizio all’epoca dei fatti contestati, il gip di Napoli ha disposto il carcere mentre agli altri tre sono stati notificati gli arresti domiciliari. Si tratta di Salvatore Mavilla, 59 anni (in carcere) e di Mario Fabozzi, 55 anni, Francesco Gigante, 58 anni, e Giuseppe Tucci, 47 anni, tutti ai domiciliari.

Parla la ministra della Giustizia, Marta Cartabia 

«Le notizie dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli su un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione all’interno della Casa circondariale di Napoli Secondigliano, che ha portato all’arresto di numerose persone e coinvolto anche alcuni agenti della polizia penitenziaria, addolorano tutto il dipartimento e il corpo stesso».

Lo afferma il reggente capo del Dap, Roberto Tartaglia. «Di fronte a fatti del genere – prosegue Tartaglia – sui quali auspico che si arrivi presto ad accertare tutti i profili di responsabilità dei soggetti coinvolti, il Dap – d’accordo con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia – esprime ferma condanna verso chi non rispetta i valori e la dignità dell’uniforme che indossa e dell’istituzione che rappresenta». «E voglio per questo ringraziare, a nome anche della ministra e di tutta l’amministrazione, il personale di polizia penitenziaria del nucleo investigativo centrale e delle sue articolazioni regionali (Nir) che ha contribuito con il suo prezioso apporto nella fase delle indagini a fare emergere il sistema criminale che gestiva lo spaccio in carcere. A dimostrazione – conclude Tartaglia – che il corpo dispone degli anticorpi idonei a individuare e perseguire la corruzione al proprio interno».

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