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“Nell’aldilà troppo talento” a Napoli i manifesti funebri per Pippo Baudo

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Si è spento sabato 16 agosto, all’età di 89 anni, Pippo Baudo, volto simbolo della televisione italiana. Per oltre sessant’anni è stato il protagonista indiscusso del piccolo schermo, diventando il conduttore più celebre e amato dal pubblico.

Ha guidato ben tredici edizioni del Festival di Sanremo, contribuendo a lanciare numerosi artisti destinati a lasciare un segno nello spettacolo, tra cui Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Beppe Grillo e Tullio Solenghi.

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A Napoli, la sua scomparsa è stata salutata con manifesti funebri comparsi in diverse strade. La frase che li accompagna è toccante: «Nell’aldilà inizia ad esserci troppo talento». L’immagine dei manifesti, fotografata e condivisa da molti utenti sui social, è diventata virale, raccogliendo messaggi di affetto e riconoscenza per l’uomo che ha scritto una pagina fondamentale della storia della televisione italiana.

Napoli trampolino di lancio per Pippo Baudo: “Mossi i primi passi negli studi Rai di via Aniello Falcone”

Baudo mosse i primi passi nel mondo della televisione proprio a Napoli, passando per gli studi Rai in via Aniello Falcone e poi per l’Auditorium di Fuorigrotta. Come da lui raccontato in un’intervista rilasciata qualche anno fa al Corriere del Mezzogiorno, era molto affezionato alla città di Napoli e tra i suoi posti del cuore, oltre ai già citati studi Rai, c’era anche il teatro Augusteo, il cui palcoscenico l’aveva calcato in più occasioni. Forte era la sua amicizia con Peppino Di Capri, da lui definito un’autentica istituzione nel mondo della musica.

Queste le parole di Pippo Baudo ricordando Napoli e i suoi inizi nel mondo della tv: “Napoli la difendo sempre perché vorrei che recuperasse la centralità della sua cultura. Ma penso che siano gli stessi napoletani a doversene far carico. Fortune e sfortune dipendono solo da loro. Bisogna smettere di “altruizzare” (una brutta parola, che però rende) la responsabilità dei problemi e agire direttamente. Luoghi? Ne ho tanti, a partire dagli studi Rai in via Aniello Falcone in cui facevo la prima televisione, anche quella dei ragazzi. Per finire al grande centro di Fuorigrotta con l’Auditorium che inaugurò con Benedetti Michelangeli. Ricordo tanti spettacoli mitici come “Senza Rete”, i duetti con Domenico Modugno. O anche spettacoli che si svolgevano all’aperto, come quello che andava in onda da via Caracciolo dopo la Capri Napoli di nuoto. Quante ore (belle) di lavoro in diretta. E che tecnici che aveva Napoli, capaci di fare uscire mille suoni da un solo microfono. Ma quelli erano artisti, creativi, inventavano. Come i cameramen, dei veri e propri registi”.

“Io e Peppino Di Capri grandi amici, sono molto affezionato al teatro Augusteo”

Tra i posti del cuore napoletani cui Baudo era molto legato, il teatro Augusteo: “E’ un teatro con un grande passato, presente e futuro, che vanta fra i suo progenitori Luigi Vanvitelli e Pier Luigi Nervi. La famiglia Caccavale lo ha fatto arrivare ad altissimi livelli, con tanti spettacoli, tante serate speciali. Io stesso ho calcato più volte questo palco”.

E, infine, quell’amicizia di lunga data con Peppino Di Capri: “Io e lui siamo molto legati, la nostra amicizia si è fatta man mano sempre più forte. Peppino è un gran signore, oltre che una vera e propria istituzione”.

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