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domenica, Giugno 16, 2024
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Omicidio di Nicola ‘o minorenne, si cerca una donna sparita da Miano: è lei la chiave

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Si seguono due piste per ricostruire l’agguato a Nicola Picone, trovato senza vita in un’area di servizio di Aversa, crivellato di colpi in una Fiat Panda. Due piste che però potrebbero anche intrecciarsi. Motivo passionale o regolamento di conti della camorra? Questo dovranno chiarire le indagini degli inquirenti che, nelle ore immediatamente successive all’agguato in cui è rimasto vittima il giovane di Casaluce, hanno registrato la scomparsa dai radar di una donna di 36 anni di Miano. Non una donna qualunque, ma la compagna di un pezzo grosso della male locale. Quello che in questi primi giorni di indagini è stato appurato è che Picone, affiliato al clan Schiavone, oltre ad avere rapporti di affari con il clan di Secondigliano-Miano, da cui l’area aversana si rifornisce di droga, potrebbe essere nato anche una “tresca” con la donna sbagliata.

Qualcuno ha chiamato al cellulare del Picone a mezzanotte di giovedì, il 26enne si è recato all’appuntamento, forse, convinto di trovare la donna, o almeno senza temere per la sua vita, ma in quell’area di servizio ha trovato i suoi assassini. La donna, come detto, viene da una famiglia di pregiudicati. Da un lato il fratello, che si trova da tempo in carcere, dall’altro il compagno, anch’egli detenuto. Quest’ultimo evase da una comunità per tossicodipendenti all’indomani del duplice omicidio in cui rimasero uccisi due suoi parenti. Si diede inizialmente alla macchia, poi andò a costituirsi. Era la primavera scorsa. Da quel momento, sostengono i bene informati, la sua donna ha intrecciato una relazione con un altro uomo. Forse proprio Picone che, se davvero ha avuto la tresca, ha commesso un errore madornale, «imperdonabile» nei confronti della camorra di Miano.

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