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venerdì, Aprile 19, 2024
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“No al 41 bis, sì ad amnistia ed indulto”, protesta al carcere di Secondigliano

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Uno sciopero della fame per denunciare le difficili condizioni delle carceri e per dire basta al 41 bis, il cosiddetto ergastolo ostativo, giudicato «una tortura di Stato». Questa mattina dinanzi al Penitenziario di Secondigliano le associazioni dei familiari dei detenuti, associazioni, movimenti hanno aderito all’iniziativa replicata in diverse carceri in tutt’Italia.

Sia chi è in cella che chi soffre per una persona cara detenuta ha rifiutato il cibo per, dicono gli organizzatori della giornata, «far sentire la nostra vicinanza ai detenuti che alzano la testa. L’ergastolo è l’emblema – così come le altre misure afflittive estreme del 41bis e del 14bis – dell’inutilità del carcere al raggiungimento dell’obiettivo tanto sbandierato del reinserimento sociale dei condannati: come potrebbe un “fine pena mai” tendere alla rieducazione del condannato? Verso quale reinserimento dovrebbe tendere una “pena di morte in vita” come l’ergastolo? Ma ancor prima – e per tutti i reclusi – che pretesa di rieducazione potrebbero avere le gabbie di una società che si basa su disuguaglianza ed esclusione, miseria e disoccupazione, spingendo migliaia di persone all’illegalità?» Una simile iniziativa, proprio dinanzi al carcere di Secondigliano, si tenne lo scorso dicembre. Oggi come allora a parteciparvi vi fu, tra gli altri, Pietro Ioia ex detenuto e autore del libro sui pestaggi e le torture nella cosiddetta “Cella Zero’’ di Poggioreale.

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«La nostra battaglia per una maggiore attenzione sulle difficili condizioni dei detenuti in carcere e sul 41bis, che è una tortura di Stato. Dopo trent’anni di carcere, a cosa serve tenere ancora dentro chi ha commesso un reato? Quali danni ancora potrebbe arrecare?» Lo stesso Ioia dà poi appuntamento «al prossimo 10 maggio al Tribunale di Napoli per l’udienza del processo su quanto è avvenuto nella cella zero a Poggioreale, dove anche io sono stato. In molti stanno ancora oggi tentando di bloccare il processo facendolo cadere in prescrizione. Ma i responsabili devono essere puniti».

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