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venerdì, Aprile 19, 2024
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«Non volle immischiarsi», le rivelazioni del pentito Tamburrino e i contatti Di Lauro-Vanella

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Un matrimonio di interessi. Quelli siglati in nome della droga. Accade così che nel 2012 tra i Di Lauro e la Vanella matura il riavvicinamento. Non una vera e propria alleanza almeno stando a quello che racconta Salvatore Tamburrino condannato quest’oggi all’ergastolo per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo.  A sancire questa nuova fase l’omicidio di Antonello Faiello detto Al Pacino. Un omicidio nato per questioni di donne: Antonio Mennetta, leader dei vanelliani, venne a sapere che due ragazze del rione Berlingieri uscivano con esponenti del clan Di Lauro. Il ras le mandò a chiamare e le schiaffeggiò. Mennetta credeva che i Di Lauro tramite queste ragazze potevano raccogliere informazioni e abitudini dei girati per colpirli sottobanco.

Con queste ragazze oltre a Nunzio Talotti usciva anche Antonello Faiello che, saputo quanto accaduto, voleva a tutti i costi farla pagare alla Vanella. Alcuni collaboratori di giustizia hanno raccontato che Marco Di Lauro in persona raccomandò ai suoi di picchiare a scopo intimidatorio un certo Paoluccio, affiliato alla Vanella che più volte infastidiva i Di Lauro. Dal rione dei fiori partirono alcune moto con Faiello, Talotti, Silvestri e Luigi De Lucia. Al gruppo si aggiunsero Vincenzo Lombardi, Raffaele Musolino e Raffaele Di Lauro e partirono diretti fin dentro la Vanella Grassi per ammazzare il primo esponente dei girati avvistato. Ad accoglierli però si fecero trovare Antonio Mennetta, Fabio Magnetti, Giuseppe Magnetti, Joanderson Monaco, Rosario Guarino, Umberto Accurso e Lucarelli Gennaro. «Alcune telecamere poste all’esterno di vari esercizi commerciali ripresero la scena,quando arrivarono fuori al bar Ariston Antonio Mennetta andò incontro ad Antonello Faiello e a Silvestro e gli gridò cosa erano venuti a fare visto che non erano nessuno.Ci fu una discussione molta accesa tra Antonello Faiello e Antonio Mennetta fin quando Ennino si rese conto della presenza di Raffaele Musolino detto papele e di Vincenzo Lombardi, conosceva entrambi anche per il fatto che la sua carriera criminale era iniziata proprio nel gruppo di fuoco dei di lauro in cui sia Lombardi che Musolino erano assai temuti per la loro spietatezza».

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Il racconto

Questo il primo racconto fatto dal pentito Vincenzo Lombardi testimone oculare dei fatti e colui che ha reso possibile il blitz che ha fatto chiarezza sull’agguato costato la vita ad Antonello Faiello e fatto arrestare gli esecutori e complici di quell’omicidio che «Antonio Mennetta finì di discutere con Faiello e stava per dirigersi verso loro due quando sentimmo tre o quattro colpi di pistola che colpirono alla schiena Antonello Faiello che tuttavia non morì subito ma continuava a imprecare contro i girati. Io ero osservavo Antonio Mennetta e quando sentii i colpi e vidi Faiello e Silvestri per terra dissi a Raffaele Musolino di ammazzare Mennetta, papele sparo cinque sei colpi in direzione di Antonio Mennetta che riuscì a ripararsi dietro un’auto in sosta,nel frattempo anche Luigi De Lucia era stato ferito a l’inguine e ad una spalla e stava per terra e sanguinava copiosamente.

Stavamo per scappare quando vidi Antonio Mennetta che sparava in faccia a Faiello dandogli il classico colpo di grazia. Quando Antonello Faiello fu ammazzato Antonio Mennetta andò a chiedere protezione in caso di guerra agli Amato-Pagano che tuttavia si rifiutarono di aiutare lui e il gruppo anzi gli consigliarono di tenere gli occhi ben aperti perchè la vendetta dei Di Lauro non si sarebbe fatta aspettare.Il mancato aiuto e appoggio alla Vanella grassi fu la causa scatenante del conflitto tra Scampia e Secondigliano». Da quel momento Antonio Mennetta iniziò una subdola cospirazione contro gli Amato-Pagano coinvolgendo le famiglie Abete-Leonardi-Abbinate-Gervasio-Marino che avevano anche loro parecchio risentimento contro la famiglia degli Amato-Pagano capi degli scissionisti detenuti.

Le parole di Tamburrino

Tramite ambasciatori comunque Antonio Mennetta temendo la reazione dei Di Lauro vuole chiarire l’episodio con Marco Di Lauro personalmente e sancire una volta per tutte una tregua, tregua da molti considerata allora come l’inizio di una nuova alleanza. Non così per Salvatore Tamburrino, il superpentito del clan Di Lauro che ha parlato ai magistrati anche di quel frangente:«Nonostante io spingessi per aiutare Mennetta e il suo clan nella guerra contro gli Abete-Abbinante fu Marco a decidere di non mettersi nei loro problemi. Questa cosa gli alienò la simpatia di Mennetta che ebbe modo di dirmi che non avrebbe più fatto un’alleanza con Marco Di Lauro».

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