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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Omicidio a Fuorigrotta, tregua finita: dietro l’agguato a Volpe l’ombra di un clan dell’area flegrea

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A Fuorigrotta e dintorni la tregua è finita. L’omicidio del 77enne Antonio Volpe segnerà inesorabilmente una nuova fase criminale nella zona. L’uomo, cognato del boss Antonio Bianco ‘Cerasella’ era ritenuto l’attuale reggente del gruppo Baratto attivo proprio in via Leopardi nella zona comunemente conosciuta come ‘Serpentone’ (leggi l’articolo di ieri). Chi ha ucciso Volpe sapeva dove trovarlo e a che ora: l’uomo è stato ucciso in quella che viene considerata la roccaforte del gruppo. A non dargli scampo tre colpi (sei in totale i bossoli repertati): le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo e quelli della compagnia di Bagnoli. Volpe scampò ad un clamoroso agguato qualche anno fa. Era il 6 settembre 2015 quando fu avvicinato da due uomini in sella a una motocicletta poco prima che alzasse la saracinesca della sua tabaccheria in via Giuseppe De Lorenzo. Quell’agguato avvenne in un contesto caratterizzato dallo scontro tra i Bianco e gli Iadonisi ma oggi, a distanza di tanti anni, il quadro è maturato radicalmente.

Le ipotesi sull’omicidio Volpe

Come prima ipotesi gli investigatori hanno inquadrato il delitto nelle tensioni crescenti della zona indirizzandosi verso i Cesi e gli Iadonisi. Ipotesi durata poco visto che i due gruppi non avrebbero la forza per organizzare un omicidio così eccellente nè per resistere all’onda d’urto della, possibile, risposta del gruppo di Volpe che, negli ultimi anni è sì sparito da qualsiasi radar delle forze dell’ordine ma che comunque era un personaggio molto considerato in certi ambienti. E così nelle ultime ore si starebbe facendo largo un’altra ipotesi: e cioè che uno dei maggiori gruppi dell’area flegrea possa avere avuto un ruolo nel delitto. Un gruppo che potrebbe vantare in libertà affiliati di un certo peso e che avrebbe la forza economica e militare per ‘resistere’ ad eventuali risposte armate. I fari sono puntati sul gruppo Troncone che avrebbe il dente avvelenato per l’omicidio di Gaetano Mercurio. avvenuto lo scorso anno. Ancora da definire il ruolo avuto da Volpe in quella vicenda. Per il momento massimo riserbo ma è una pista seriamente considerata dagli investigatori che per ricostruire il profilo di Volpe si sono anche serviti dei verbali rilasciati da Genny Carra nel novembre del 2019.

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I verbali di Genny Carra

Del gruppo dei Baratto-Volpe ci sono poi decine e decine di pagine di verbali del collaboratore di giustizia Genny Carra, ex colonnello nonchè uomo di punta della 44 del Rione Traiano (clan Cutolo). «Fino al 2015 a Fuorigrotta c’era solo il clan Iadonisi. Gennaro Cesi era un affiliato, il capo era invece Francesco Iadonisi. Dal 2015 Cesi ha creato un proprio gruppo. I due gruppi si dividono ora la zona di Fuorigrotta. Cesi controlla la zona del Serpentone dove si trova il basso di Antonio Volpe. Iadonisi attualmente ha la base nel rione Lauro, dove si riuniscono e dove si trova la piazza di spaccio, mentre controlla anche altre zone di Fuorigrotta».

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