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Omicidio Artiano, il padre del killer rischia 12 anni

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Dodici anni di carcere. Questa la richiesta del pubblico ministero per Gianluca Muro imputato nel processo per l’omicidio di Antonio Artiano. L’uomo si trova alla sbarra
con l’accusa di concorso in omicidio. Si tratta del padre di Pasquale condannato lo scorso anno a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Antonio Artiano detto ‘Anthony’, delitto avvenuto nel novembre del 2022.

Come anticipato negli articoli precedenti il gip del tribunale di Napoli aveva rigettato la richiesta di archiviazione e disposto che il pubblico ministero formulasse l’imputazione nei confronti di Muro senior che fino ad oggi si è sempre professato innocente. Altri quattro parenti (Giuseppe Muro, Pasquale Grande, Tommaso Grande e Luciano Ivone) saranno invece iscritti nel registro delle notizie di reato. Decisiva la linea difensiva seguita dai legali di parte civile (gli avvocati Paolo Gallina Leopoldo Perone, Antonio Rizzo e Antonio Chianese).

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Tra essi l’avvocato Gallina da subito avevano presentato opposizione, ritenendo che dal fascicolo del pubblico ministero all’epoca titolare dell’inchiesta mancassero alcuni importanti atti di indagine, come le intercettazioni a carico degli indagati e le testimonianze dei parenti di Artiano.

La tragedia avvenne nell’abitazione degli Artiano, nel corso di una rissa scoppiata durante un incontro organizzato per fare luce sulle presunte violenze subite dalla sorella di Pasquale, secondo la famiglia Muro, per mano di Antony Artiano. Uno dei familiari di Artiano ha riferito del coinvolgimento di Muro senior: «Quando Gianluca ha perso quest’arma, mia cognata l’ha presa e gliel’ha messa in mano a mio cognato. Mio cognato ha sparato non so quanti colpi in aria per spaventarli, credo. Una volta fatto questo, loro l’hanno bloccato a terra, Gianluca Muro lo manteneva con un ginocchio sul petto e gli manteneva le mani, Tommaso Grande gli manteneva i piede e il nonno anche manteneva mio cognato a terra».

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