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giovedì, Aprile 18, 2024
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Omicidio Artiano, interrogatorio per Pasquale Muro: così ha ucciso il fidanzato della sorella

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Si terrà domattina alle 11 presso il carcere di Pescara l’udienza di convalida del fermo per Pasquale Muro, il 20enne del Rione Traiano indicato come l’autore dell’omicidio di Antonio Artiano il giovane ferito lo scorso 10 novembre e poi morto presso l’Ospedale del Mare qualche giorno dopo (leggi qui l’articolo). Muro, assistito dall’avvocato Luigi Senese, racconterà la propria versione dei fatti.  Dall’attività investigativa svolta in questi giorni dagli uomini della squadra mobile è emerso che Artiano  aveva una relazione sentimentale burrascosa con la sorella dell’indagato e che, a seguito dell’ennesima lite tra i due, i familiari della giovane donna si erano recati presso alcuni parenti di Artiano per chiarire la vicenda. Il confronto sarebbe poi degenerato con Muro che, armato di pistola, avrebbe esploso dei colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima ferendolo alla testa. I familiari della ragazza, temendo ritorsioni, si erano subito allontanati dal Rione Traiano. La polizia li aveva poi raggiunti per ascoltare anche la loro versione dei fatti.

Il contesto in cui è maturato il delitto Artiano

La famiglia di Antony aveva, tramite l’avvocato Paolo Gallina, aveva diffuso un comunicato dove faceva intendere che la pistola usata nel raid, inizialmente attribuita ad Artiano, fosse in realtà stata maneggiata da altri confermando la notizia diffusa in anteprima da Internapoli e cioà che il delitto non fosse attribuibile a episodi di criminalità organizzata ma a dissidi di carattere familiare (leggi qui l’articolo). «Quanto successo è perché Anthony picchiava mia figlia e abbiamo le prove di queste violenze e delle minacce subite – ha dichiarato Gianluca Muro, padre della fidanzata di Artiano e di Pasquale, il 20enne arrestato – abbiamo sbagliato, ci dovevamo rivolgere alla giustizia dall’inizio. Invece abbiamo cercato di risolvere la vicenda parlando con la famiglia del ragazzo. Voglio dire che siamo andati via dal rione solo per paura di ritorsioni e che, come abbiamo dimostrato dall’inizio di questa brutta storia, siamo stati e siamo tuttora a disposizione delle forze dell’ordine».

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