Un’assoluzione e tre condanne a 20 anni di carcere. Questa la sentenza emessa poco fa dai giudici della Seconda Corte d’Assise di Appello di Napoli (pres. Villa) nel processo sull’omicidio di Ciro Reparato. Alla sbarra c’erano Cesare Pagano (difeso dagli avvocati Emilio Martino e Domenico dello Iacono), Oreste Sparano Costanzo Apice e Raffale Amato a vicchiarella. Pagano, Sparano e Apice avevano ammesso gli addebiti e sono stati condannati a 20 anni di reclusione mentre Amato (difeso dagli avvocati Luigi Senese Michele Ciarabona) non aveva confessato ed è stato assolto con formula piena
LA STORIA
Reparato era considerato il “postino” del clan Di Lauro. Il movente venne inquadrato nella volontà degli Scissionisti di restringere i “dilauriani” all’interno del bunker del rione dei Fiori e, di riflesso, di conquistare così nuovi e più ampi spazi criminali tra i quartieri di Secondigliano e Scampia. L’alleanza con i Sacco-Bocchetti, in quest’ottica, sembrò funzionare. Tanto che in seguito vennero messi a segno anche altri agguati – tra cui un tentato omicidio – tutti consumati tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Tra gli omicidi c’era appunto anche quello di Ciro Reparato, fedelissimo di Antonio Di Lauro oltre che zio del pentito Carlo Capasso.