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venerdì, Aprile 19, 2024
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Omicidio dal barbiere, il mandante è il ras Mazzaccaro: è il cognato del boss Sorianiello

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E’ Giuseppe Mazzaccaro ‘Peppe della novantanove’ la persona arrestata questa mattina dagli uomini della squadra mobile in una delle due ordinanza di custodia cautelare emesse dal gip di Napoli. L’uomo, cognato del boss Alfredo Sorianiello ‘o biond, è indicato come mandante dell’omicidio di Luca Megali. Avvenuto il 6 novembre 2014 in un negozio da barbiere tra Marano e Pianura.

Il delitto sarebbe stato commesso nell’ambito dello scontro esistente nell’anno 2014 tra i clan Sorianiello ed Tommaselli. Gruppi in contrapposizione tra loro per il predominio territoriale dell’area flegrea di questo capoluogo. Dettagli emersi dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dalla squadra mobile,

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Mazzaccaro è un personaggio molto ricorrente nelle informative delle forze dell’ordine. Oltre ad essere riconosciuto come l’attuale reggente del gruppo Sorianiello stanziato nella zona della ’99’ del rione Traiano è indicato come uno degli ‘specialisti’ dei traffici illeciti. Molti avvengono nella zona con contatti molto stretti con i clan di Secondigliano e Melito. Un narcos dal pedigree riconosciuto.

Le dichiarazioni di Genny Carra su Mazzaccaro

Il nome di Mazzaccaro è stato tirato in ballo più volte dal pentito Genny Carra, ex ras del gruppo Cutolo di Soccavo. Mazzaccaro è anche zio io del defunto Fortunato Sorianiello, ucciso in un agguato di camorra nel febbraio del 2014. Più volte finito in manette per reati attinenti gli stupefacenti ma, prima di Carra, nessun collaboratore di giustizia lo aveva mai tiratoi in ballo.

Carra ha dunque ricostruito gli affari tra i clan dell’area flegrea: «Abbiamo iniziato il rapporto con Mazzaccaro nel 2015, perchè prima facevamo riferimento ad altri narcotrafficanti, ancora più potenti di lui. In particolare con tale Mario Cerrone e con Raffaele Imperiale (il broker da anni latitante a Dubai). Mazzaccaro ci riforniva di quattro, cinque pacchi di cocaina mensili e i tre capi gestivano le piazza di spaccio al rione Traiano e anche i privati. A gestirle eravamo io, Vincenzo Cutolo e Francesco Pietroluongo. Noi compravamo la droga da Mazzaccaro e poi la davamo alle piazze di spaccio che facevano riferimento al clan Cutolo».

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